Gli dai 5 euro ti dà la ricevuta e si parte a piedi o in bicicletta. Ti fa incontrare ulivi che già vegetavano prima di Cristo in terra con tronchi di oltre 9 metri di circonferenza, carrubi nati nel medioevo, masserie, antichi frantoi ipogei, nascoste chiese rupestri. Mentre un suo giovane coetaneo conterraneo cerca lavoro nella grigia Milano e un altro è occupato a tempo pieno in personali querimonie, lui fa quello che gli piace sotto il sole di Puglia. Lì è nato, lì lavora soddisfatto1.
Domenica scorsa eravamo una settantina a seguirlo, più una decina di bambini. Appartiene alla minoranza di giovani abili nell’implementare, cammina con passo regolare, si ferma all’ombra della roverella secolare e pacato la racconta. La chiama Quercus pubescens, nel descriverne le galle emancipa l’albero dalla sua catatonica imponenza, quasi operi in un metafisico opificio di trasformazione.
Complesso l’accadere delle personali esistenze. Insidioso giudicarne i risultati. Accadere prodotto dall’interazione di personali potenzialità e libertà che incontrano eventualità, eppure non di rado ognuno è, almeno un po’, quello che si merita.
1 Qui la descrizione dell’opificio culturale dove opera. Lui è quello della foto, quello dentro l’ulivo.
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Frammenti Autobiografici
2 commenti
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Venerdì, 24 Ottobre 2014 20:27
inviato da
Augusto Cavadi
Bella questa storia di vita !