Pizzeria. Non volevo impicciarmi ma al tavolo vicino i quattro parlavano a voce alta. A metà della seconda birra 0,5 l uno ha iniziato a ricordare l’amico morto di recente.
Quello che ingurgitava la crudaiola ha iniziato a proferire angoscianti teorie: ostentava porte di paradiso aperte che accolgono anime elette, là fisse in perpetuo adorare.
Non più rassicuranti le bislacche porte sbarrate che ribatteva il compare: «Morti non c’è più niente».
Poi imprevisto un piacevole «Non lo so cosa c’è dopo» da quello che, senza preoccupazione, mangiava la Napoli. Nella sua semplicità lasciava aperte finestre di possibilità, assortimento di potenziali e probabilità. Qualcuno lo chiama metodo scientifico.