Nel considerare la condizione di un giovane condannato all’ergastolo, per un duplice atroce delitto, ho valutato – riguardo la tematica di colpa e giudizio - due pensieri agli antipodi:
«Il significato della Redenzione è precisamente che noi non dobbiamo essere la nostra storia e niente è più semplice per me che dirti che tu non sei la tua storia.»1
Un implicito affermare, con approccio religioso, l’esistenza del “Male assoluto”
- dunque impersonale, o se personale miticamente diabolico - con connesse divine misericordie.
Differente il giudizio di G.B. Contri, psicoanalista, che valuta il Male assoluto, e divine misericordie connesse, mere Teorie: «L’imputabilità [personale] è una grazia perché pone fine – nella psicoanalisi con soddisfazione – alla catena di una pseudocausalità infinita.»2
Scontare la pena in carcere, in un percorso di emancipazione dalla personale criminale storia, è qualcosa che potrebbe assomigliare a una parziale sintesi tra le due differenti concezioni.
Il carcere favorisce tale percorso?
1 Flannery O’Connor, "Sola a presidiare la fortezza". Lettere
2 "L’ordine giuridico del linguaggio", Studium Cartello.