Osservo il vecchio olivo in mezzo al piazzale. Ho visto amici morire e l’albero perdurare loro. Lo avverto nella sua sacralità, apatica all’epilogo altrui, un po’ crudele: continuerà esserci quando io non ci sarò più.
Eppure, soggettivamente, prima che nascessi l’olivo non c’era per davvero: come darmi prova che mi sopravvivrà? Delirio? Forse si, eppure nell’esserci e pensare abbiamo, ogni momento, potere di fare accadere l’Universo o di ridurlo in cenere.
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Filosofia di strada
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Giovedì, 28 Novembre 2013 13:03
inviato da matilde cesaro
beffa dei mobili
sopravviverci
antiquariato: memoria impolverata
smemorata...