Io chi sono? Non sono causa di me stesso eppure sono. Per emanciparmi dalla strana condizione avevo creduto a fiabe popolari di genere tradizionale di quelle condivise, di quelle che sistemano, di quelle che piacciono, di quelle che tranquillizzano. Ogni civiltà ha le sue. Però ricordo al risveglio dall’ultima operazione, dopo sei ore di anestesia, la coscienza che andava e veniva in un istante come quando si accende e spegne la lampadina del soggiorno. Quando si spegneva, nello sparire vedevo che con me si dissolveva l’intero universo. Quando si accendeva, prima tornavo io e immediatamente dopo, successivo al mio pensiero, tutto quanto. E’ dunque l’universo che esiste grazie a me e non il contrario. Davvero semplice: se si riuscisse a spiegarlo all’asilo le religioni smetterebbero di colpo, come i temporali estivi. Non serve. I bambini lo sanno già anche se poi lo dimenticano. Lì, al sorgere dell’amnesia, chiedono disgraziati che gli si racconti una fiaba.
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Filosofia di strada