Preti che combattono correnti di pensiero antireligioso annoiano, più interessante quando l’apologia della dottrina cattolica viene implementata da atei. Meglio la sorpresa della prevedibilità e Tempi pubblica una interessante intervista di Mattia Ferraresi all’«atea, lesbica e libertina» Camille Paglia, saggista, critica d’arte, antropologa e sociologa statunitense.
L’attacco della saggista atea-religiosa agli artisti e intellettuali miscredenti - che definisce, per il loro nichilismo, atei con «postura cinica» - è frontale:
«Posa antiquata che risale allo choc della cultura europea per i disastri prodotti dalle due guerre mondiali. Le radici del nichilismo di oggi si vedono nel Dadaismo, nella Terra desolata di Eliot dopo la Prima guerra mondiale e in Aspettando Godot di Samuel Beckett dopo la Seconda guerra. Niente dimostra in modo più chiaro la mia ribellione contro quell’ideologia depressiva, oggi diventata un cliché, della mia avversione al dramma di Beckett, che accetto come una pietra miliare del teatro minimalista, ma che penso sia il prodotto di una mente infantile, sottosviluppata e misogina.»
Chi avrebbe mai detto che per realizzare una pietra miliare della storia dell’arte occorresse tanta miseria?