Bruno Vergani
Radiografie appese a un filo. Condivisione di un percorso artistico, davanti al baratro con angoscia parzialmente controllata.
L’inizio?
Nel nulla assoluto o forse relativo si condensa un nucleo di non nulla, eccolo esplodere e fare le cose. Già in qualche modo le conteneva tutte e quindi non c’è né inizio né termine ma mero funzionamento che trasforma, tutto qui se non fosse che tra miriadi di enti prodotti c'è anche Homo sapiens, strana cosa che può, vuole e sa investigare il funzionamento che l'ha prodotto.
In questo punto dove l'universo è cosciente di sé sta la problematica, per spiegarlo occorrerà indagarla.
Assillanti altezzosità
Dall’imprendere economico alla spiritualità, dall’indagine psichica a quella filosofica, c’è chi tende a progredire indagando e conoscendo e chi invece preferisce fermarsi lì dov’è.
Prova di reale progresso dei primi è la loro capacità di rispettare i secondi.
Il nucleo
Come se fossi una cipolla tolgo il primo strato e il secondo e il terzo e mi sbuccio tutto, ma rimosso l’ultimo strato non trovo dentro niente.
Ma allora io che sono? Da una qualche parte un nucleo dovrà pur esserci. Forse non si vede perché non è del tutto materico (antimaterico?), forse perché si muove veloce, forse è costituito da un solo primo pensiero che spontaneo pensa se stesso e nel suo accadere fa tutte le cose.
Fondamentalismi giustificatori
Sostenitori illustri quelli del primato della verità del mondo per quello che è necessariamete così com’è, da Hegel a filoni del Vedanta.
Partendo da qui l'accettare il dogma etico che tutto il mondo va bene proprio così com’è, è invece una declinazione New Age piuttosto ingenua e giustificatoria, visto che dalla forza che lega gli atomi al rapporto col vicino di casa ci sono consentiti, nel bene e nel male, misurati spazi di manovra.
Un po' sofistico sostenere che una volta effettuata una qualsiasi scelta il mondo che ne scaturisce accade, in ogni caso, per quello che è così com'è, glissando sull'evidenza che se scegliamo e facciamo così: il mondo accade così-com'è così; ma se facciamo cosà: il mondo accade così-com'è cosà.
Inefficacia del povero diavolo
Ecco che si affaccia il desiderio di schiacciare l'altro, di vendicarsi, se osserviamo con attenzione scorgeremo la regia di quel vigore nella nostra disperata impotenza. Personale miseria, nient'altro.
Omeopatia spirituale
Il rimedio omeopatico non contiene alcuna traccia del principio attivo originario. Nella visione omeopatica l’effetto terapeutico non è procurato dalla presenza fisica del farmaco -che è stato così tanto diluito da non esserci più- ma da un suo impalpabile quid (impronta, memoria, messaggio, energia, vibrazione).
Se le cose stanno così dovrebbe risultare superfluo che il rimedio venga veicolato in un supporto materico che lo contenga e ingurgitato, in quanto quel misterioso qualcosa dovrebbe agilmente esplicare la sua peculiare azione terapeutica anche solo toccandolo, guardandolo, o addirittura solo pensandolo. Insomma gratis.
Prendiamo atto che la dottrina cattolica ci era già arrivata fin dal Concilio di Trento, quando dettagliò la pratica eucaristica della Comunione Spirituale nell’ “unirsi a Gesù Cristo presente nell'Eucaristia, non già ricevendolo sacramentalmente [mangiando l'ostia consacrata], ma per un vivo desiderio procedente dalla fede”, pratica che elargiva gli stessi frutti della comunione sacramentale.
Ragionamenti
Operazione razionale spiegare inizi e sviluppi del mondo e dell’uomo col Neodarwinismo invece che con la narrazione biblica.
Nondimeno ragionevole che l’accreditata teoria evoluzionistica spieghi con precisione com’è accaduto che un particolare punto della natura, in un certo momento della sua singolare evoluzione, sia stato capace di scrivere la Bibbia.
Metafisica dell’accoppiamento procreante
Cupìdo ha trionfato siamo in troppi e anch'io faccio numero, rilevazione che potrebbe agevolare l’accettazione del personale epilogo, faccenda di bon ton come quando sull’autobus si cede il posto.
Gli sparuti quanto agguerriti suoi avversari nostrani[1] tutti sconfitti e pure gli oppositori del lontano oriente[2] ben più numerosi e sofisticati: proprio là le statistiche demografiche proclamano la sua gloria. Ultimo oppositore superstite la scienza coi suoi contraccettivi, al momento battuta.
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1 “Il matrimonio è un lupanare e fare figli significa procreare diavoli” (Catari); “l’amore procreativo commette il peggiore dei crimini, cioè la perpetuazione di altre creature destinate anch’esse a soffrire !” (Schopenhauer); “Lo spermatozoo un bandito allo stato puro” (Cioran).
2 Apologeti buddhisti, induisti, taoisti e Zen del Vuoto, del Anam senzanome, del “Non nato”.
Vocazione & soddisfazione
Lavorare, collaborare, imprendere è moto necessario per vivere in questo pianeta, iniziativa che accomuna quasi tutti, ma in questo, e oltre questo, ognuno sceglie nelle contingenze che incontra un personale cammino che, nella misura del possibile, persegue a modo suo, nelle ultime quarantotto ore il mio l'ho percorso così:
studiando un alcaloide salvavita ho osservato che la molecola è costituita dagli stessi atomi di un alcaloide che uccide, allora ho indagato la stranezza leggendo Euclide e visionato in internet una lezione di Oddifreddi sui numeri primi. A cena con l’amico architetto gli ho esposto tutto d'un fiato una sintesi di quanto appreso e quello mi ha riferito che si è persuaso che ogni figura geometrica è costituita da triangoli. Ruminando i nuovi dati acquisiti ho indagato un eventuale Dio creatore fabbricatore di mattoni -triangolari?- e pure il demiurgo platonico che li ordina e assembla, così da affinare attraverso il mito la mia indagine su questa semplicità che generare infinite complessità.
Delirio? Vocazione? Non saprei ma so che tutto questo mi piace. Se dovessi schiattare adesso mi sentirei un po’ inibito nel cantare in recto tono insieme a Wittgenstein le sue ultime, stesse, parole: «Dite a tutti che ho avuto una vita meravigliosa!»[1] però sento che la direzione è giusta.
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1 «Tell them that I had a wonderful life!» citato in Giorgio Pizziolo Rita Micarelli, L'arte delle relazioni. Vol. I, Alinea editrice, 2003, p. 36