Bruno Vergani
Radiografie appese a un filo. Condivisione di un percorso artistico, davanti al baratro con angoscia parzialmente controllata.
Cetonia aurata, Sambucus nigra
“Tutto a posto, non preoccuparti”. Proclamava quell’essere verde e bronzeo incontrato all’improvviso sul grande fiore prima d’essere infilzato nella teca dell’entomologo, mentre il fiore veniva appiattito nell’erbario del botanico.
Sotto al primo ci hanno scritto: Genere Cetonia, Specie C. aurata; sotto al secondo: Genere Sambucus, Specie S. nigra.
Cosa mai comprenderebbe di noi (e di lui stesso) il dio che ci infilzasse con uno spillone scrivendo sotto il corpo secco stecchito: Genere Homo, Specie H. sapiens?
Prendete, e mangiatene tutti
Possiamo conoscere le cose investigandole attraverso numerosi e differenti punti di vista, ma uno dei più efficaci è mangiarsele: tutt’a un botto le cose diventano noi, e noi un po’ esse.
Metafisica diretta, dell’edule e non.
Metafisica
Davvero semplice comprendere la metafisica, metti le piante: più ci giri intorno classificandole ed analizzandole e più in quella gradulità ti sfuggono, ma nell’imbatterti in pieno campo ne sei pervaso dalla gloria, all'istante.
Flussi e riflussi
Se monitoriamo un’esistenza constatiamo che è dettata dallo svolgersi di scelte personali in specifiche circostanze.
La storia sociale dovrebbe coincidere con la precisa sommatoria (numeri negativi inclusi) di queste storie individuali, invece i conti non tornano. Talora è di più, talvolta di meno, come se la storia del mondo fosse un organismo che nasce si sviluppa e muore ottemperando leggi proprie, o forse governata dalla mano invisibile di un misterioso demiurgo.
Legge naturale
Sdoppiamento consapevole
La realtà è proprio ciò che abbiamo intorno e irraggiungibilmente oltre la rassegna di apparenze che equivochiamo per essa.
Non ci resta che farci in due.
Genealogia
Mica è facile rassegnarsi d’essere figlio di padre ignoto e di madre catatonica, mica è agevole accettare il ragionevolissimo naturalismo.
Ricircoli
Consideravo che la teoria filosofica dell’eterno ritorno dell'uguale[1] di Nietzsche che attinge dai classici, può essere vista come uno stratagemma narrativo che concilia il libero arbitrio personale con la necessità. Sintesi tra l'assoluta responsabilità personale (perché ciò che scegliamo sarà sempiterno) e la totale necessità (visto che ciò che faremo sarà il suo meccanico ripetersi).
Francamente non so se quello che adesso intendo, voglio e scelgo, lo stia eseguendo liberamente per la prima volta -come Nietzsche sembra affermare-, o se già ottempero il ciclico funzionamento ripetitivo, ma si sa: Nietzsche è come la Bibbia, mica si interpreta letteralmente.
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1 «Questa vita, come tu ora la vivi e l’hai vissuta, dovrai viverla ancora una volta e ancora innumerevoli volte, e non ci sarà in essa mai niente di nuovo, ma ogni dolore e ogni piacere e ogni pensiero e sospiro, e ogni indicibilmente piccola e grande cosa della tua vita dovrà fare ritorno a te, e tutte nella stessa sequenza e successione - e così pure questo ragno e questo lume di luna tra i rami e così pure questo attimo e io stesso. L’eterna clessidra dell’esistenza viene sempre di nuovo capovolta e tu con essa, granello della polvere!» (Friedrich Nietzsche, La gaia scienza e Idilli di Messina, Adelphi 1977).
Reazione & subordinazione
Dopo decenni di sdegno procurato dagli atti di chi fa l’ovvio mestiere di essere semplicemente se stesso, forse meglio non insistere ed escogitare tutt’altro[1] smettendola di disperdere energia[2].
Non abbiamo garanzia che deposto il nostro reagire nuove e insospettate strategie potranno dirimere il penoso presente e neppure che spiazzeremo gli artefici, ma perlomeno ci ritroveremo meno banali di loro.
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1 Ad esempio se avessimo dato una metà dell’energia dispersa nelle beghe di cortile su olgettine e dintorni, in quel lustro avremmo potuto leggere tutte Le Upaniṣad e forse anche ruminare la prima sezione del "Capitale".
2 «Oggi avere potere significa sapere cosa ignorare.» (Yuval Noah Harari, “Homo Deus, breve storia del futuro").
Test
Avvertire noi e gli altri sprovvisti di libero arbitrio e mossi solo da necessità è probabilmente un delirio, eppure se si prova a farlo le relazioni si semplificano e gli atti, anche se non tutti diventano accettabili, si fanno perlomeno più perspicui.
Forse segno di una possibile attendibilità di quel percepire.