Conoscenza corporale
Spollono l’ulivo secolare e l’occhio mi va sull’eucalipto di venti metri mosso dalla tramontana che avevo piantato trent’anni fa alto una spanna, forse un monaco del medioevo mi sta osservando soddisfatto per la manutenzione che sto eseguendo all’ulivo che aveva piantato.
Il regime degli algoritmi
Senza riflessione procediamo eseguendo algoritmi, come un foglio Excel programmato dal DNA e dall’ambiente.
Problematizzare l’ovvio
Nei pronto soccorso di ogni latitudine i medici di qualsiasi credo e di ogni concezione esistenziale operano, tutti e sempre, per far sopravvivere il paziente. In questo operare affermano che vivere è un valore in sé prescindendo da come si esiste,
ma usciti sani e salvi dal pronto soccorso osserviamo che il valore della nostra vita non sta nell’essere nati e ancora vivi, bensì nel che cosa ce ne facciamo di questo esserci.
Labirinto liturgico dell’avvento perpetuo
Una aspettativa sia soddisfatta che delusa dopo un periodo di appagamento o di sconforto produrrà un'altra aspettanza.
Per uscire dal labirinto di questo perenne avvento senza Natale possiamo tentare con la psicologia, prendendo consapevolezza che le cose che aspettiamo sono nient’altro che un surrogato della Cosa che realmente vogliamo e sciogliere l’equivoco. Si potrebbe anche praticare l’atarassia in stile buddhistico o stoico, con un’ascesi che raggiunga la completa assenza di desiderio. Se troppo faticoso si può perseguire un mix di ruralità e grecità classica, nella pacata rassegnazione che si accontenta di ciò che passa il convento di questo mondo, consapevoli dei limiti della condizione umana.
Nel caso di esito insoddisfacente forse ci rimane un’ultima, ulteriore, possibilità per uscire dal labirinto liturgico dell'avvento perpetuo sprovvisto di Gesù bambino, costatando che i desideri e le aspettative non sempre coincidono: c’è il desiderio che aspetta qualcosa ma, di tutt’altra natura, c’è anche il desiderio che libero ad ogni esito e possesso non aspetta un bel niente e inizia a attivarsi appagato dal suo stesso movimento, insomma lavoro.
Eden
Nel regno culturale degli umani ognuno ha le sue ragioni e quindi tutti hanno ragione. Ne consegue che se ogni cosa può essere per qualcuno vera e per qualcun altro falsa non è più vero niente.
Anche nella natura -pensiamo agli animali- se ogni individuo ha le proprie ragioni tutti hanno ragione, ma a differenza dei nostri illuminismi antropocentrici nel regno animale se ogni cosa è soggettivamente vera tutto permane comunque vero: è come se nell’animale l’individuale sguardo prospettico, quindi parziale, coincidesse con una visione universale.
Sconveniente che gli uomini emulino i cani per emanciparsi da infantili egocentrismi, ma su questa individualità universale c’è da indagare e anche da imparare, forse è anche per questo che ci piacciono.
Accanimenti culturali
E’ tutto culturale l’imperativo d’esistere artificialmente a oltranza se una vita, a causa di forza maggiore, è soltanto dolore.
E’ ancora culturale scegliere, sempre con un artificio, di cessare all’istante di esistere perché non ci piace più vivere.
Meglio lasciar fare alla natura favorendone l'andamento, dall'intervento del 118 alla sedazione palliativa profonda, così da assecondare il suo tendere a continuare o a cessare.
Enti paralleli
Tutto il vivente è costituito da legami d’atomi di carbonio, azoto, idrogeno e ossigeno, raramente zolfo o fosforo. Tutto qui, poche cose che però si combinano in infiniti modi, attraverso peculiari movimenti e conseguenti posizionamenti in differenti tipi di legami.
In fin dei conti questa è anche la cifra esistenziale di ogni uomo:
movimento-posizione-relazione. Impossibile prenderne una manciata, ma costruisce cattedrali e lager.
Teobotanica
Anche tralasciando le specie nordiche come l’Abete rosso dell’albero di Natale e le esotiche come il Ficus di Siddhartha, bastano il Melo dell’Eden, le Querce di Mamre di Abramo e le canoniche Palme della domenica prima della Pasqua, per giustificare una nuova specializzazione teologica a indirizzo botanico, così da chiarire una volta per tutte quanto Dio ha creato la natura e quanto l’ha copiata.
Movimenti
Probabilmente la maturità avviene quando si migra da sé agli altri espandendosi dal particolare all’universale, passando dall’autobiografia al racconto del mondo, dall’intimismo alla prassi politica, dalla cronaca alla storia.
Interessante osservare che il percorso in direzione opposta, quello introspettivo, conduce alla stessa meta passando dall'intima individualità a vasti e archetipici territori collettivi, dall’emozione personale a territori mitici, da sé all’universo.
Metafisica del Verbasco
Andando per campi additano una pianta nella ghiaia e chiedono all’erborista: « E questa cos’è? » e quello tra nonchalance e tronfiezza sancisce: « Verbascum sinuatum ! »
Sembra che l'erborista in quel proferire porti alla luce da mondi misteriosi un’entità inafferrabile, invece ha soltanto ridetto un umano arbitrio condiviso inventato per inventariare l’universo così da addomesticarlo.
Cos’è per davvero quella cosa (e ogni cosa) nessuno lo sa ancora con certezza. Stiliamo sempre meglio quello che c’è, ma del cos'è ogni cosa che c’è, come è, perché è, ne sappiamo ancora come 2.500 anni fa.