BLOG DI BRUNO VERGANI

Radiografie appese a un filo, condivisione di un percorso artistico

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Bruno Vergani

Bruno Vergani

Radiografie appese a un filo. Condivisione di un percorso artistico, davanti al baratro con angoscia parzialmente controllata.

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Lunedì, 21 Aprile 2014 10:08

L’esagitata passività

L’ultimo anello della catena è lì al ristorante a ingurgitare con gli occhi fissi nell’iPhone.

Brutta condizione quella di Utente & Consumatore finale.

Venerdì, 18 Aprile 2014 19:22

Teatranti

Trattoria, nell'angolo a sinistra una tavolata di 13 elementi emana immotivata superiorità.

Il più anziano è anche il più grosso, sul cranio una  papalina di lana nera stile San Vincenzo de Paoli[1]. Una ragazza con scolpita nella faccia la maschera di Pulcinella, un’altra con pantaloni di tre taglie in più.

Com’è facile riconoscere le compagnie teatrali: più tentano di emanciparsi dai canoni ordinari del vestire e dell’esserci e più ostentano una divisa che li inchioda al ruolo.

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Mercoledì, 16 Aprile 2014 18:14

L’Agnello

E il carboidrato si e la proteina no, la proteina si il carboidrato no, e mangia così e mangia cosà. Sull’alimentazione si sente tutto e il contrario di tutto, conosco una anziana signora convinta che lo zucchero bianco faccia più male dell’eroina. Altri bandiscono il glutine anche se lo tollerano, altri mangiano solo quello sotto forma di seitan anche se un po’ intolleranti. Imperversano imitazioni della carne a base di derivati dalla soia per vegetariani nostalgici della bistecca, una sorta di surrogato, di feticismo alimentare, dove la carne è sostituita da una sua evocazione perversa. Qualcuno passa l’esistenza a leggere le etichette degli alimenti, militari in missione speciale capaci di scorgere immondi veleni ovunque.

Ricordo che circondato da vegetariani lo ero diventato anch’io. Venti anni di moderata militanza. Come non diventarlo, mica sono tolleranti i vegetariani coi carnivori. Mica dicono:

«Ascoltate e intendete! Non quello che entra nella bocca rende impuro l'uomo, ma quello che esce dalla bocca rende impuro l'uomo!» (Matteo 15, 10-11).

Siccome ho temperamento conciliante, in seguito, frequentando onnivori mi sono conformato ai loro gusti. A differenza dei vegetariani gli onnivori si occupano di quello che mangiano loro senza preoccuparsi di quello che mangiano gli altri. Da quelle parti avrei anche potuto rimanere vegetariano, però mi sarei complicata l’esistenza: non è facile quando i commensali cucinano carne evitarla.
Quando mi nutro in solitudine scelgo alimenti che mi piacciono e rapidi da cucinare, a eccezione del cavallo talvolta mangio carne. Chissà perché mi sono dato il precetto di evitare carne di animali che non sarei capace di uccidere con le mie mani: manzi, vitelli, agnelli e maiali. Tradisco il precetto e nell’ingurgitare il cadavere trovo sempre più ragioni al non mangiare carne che al mangiarla, eppure continuo. Il pollame lo mangio quasi sereno perché, coerente al precetto, una volta avevo tirato con successo il collo a un pollo, anche se i polli di allevamento dei supermercati mi fanno un po’ schifo, tuttavia col Primitivo di Manduria vanno giù.

Ieri mio cognato ha ordinato l’agnello nostrano dal pastore, siccome nei giorni di festa solenne i carnivori diventano militanti al pari dei vegetariani, mica potrò a Pasqua rimanere nell’angolo a mangiare pane, carciofi e erbe amare col coro dei parenti carnivori là a recitarmi la litania:
«Emmangia l’agnello, emmangia!»
E certo che lo mangerò trovando un paio di ragioni per mangiarlo e un centinaio per astenermi dal farlo. Però, conti alla mano, i miei gatti mangiano molta più carne di me. Sono numerosi e ogni giorno si pappano mezzo chilo di croccantini oltre alle sei scatole al manzo, al  pollo, al salmone, talvolta anche all’agnello che gli compro invece di adottare a distanza sei bambini dell’Africa. Strano precetto il vietarmi di mangiare agnello per poi comprarlo al gatto. Ma i vegetariani possono dare carne al gatto o fan peccato?

 

 


 

Lunedì, 14 Aprile 2014 09:11

Porca santa Miseria

Primavera 1940. Brianza-Milano, 28 chilometri per andare e 28 per tornare era il percorso che, a 15 anni, mio padre percorreva in bicicletta per raggiungere la fabbrica dove lavorava.

Primavera 2014. Pedalo sulla ciclovia dell’acquedotto per smussarmi il ventre e lo vedo precedermi.

Domenica, 13 Aprile 2014 17:43

Domenica delle Palme

Taranto, Domenica delle Palme. In diecimila sgorgano dallo stadio Iacovone, nell’ingorgo suonano clacson e fuori dalle macchine ostentano bandiere rossoblè surrogati di benedette palme. Il Taranto ha vinto sul Francavilla faccenda che non gli porterà alcun profitto, eppure nel provinciale rito pagano sembrano felici.
Quanti modi di circoscrivere l’assurdo.

«Mi piace osservare i miei concittadini specie nei giorni di festa
con bandiere fuori dalle macchine all'uscita dello stadio
Tramonto occidentale, Franco Battiato, 1983.

Mercoledì, 09 Aprile 2014 08:18

Per puro caso ma precisa intenzione

Non sempre l’“evoluzione” biologica corrisponde precisa a un miglioramento, inteso come progresso, della specie. Talvolta osserviamo, per fini adattivi all’ambiente, involuzioni. In ambo i casi ogni specie tende all’autoperpetuarsi, al durare invece che al terminare.
Ricontro più volontà che casualità in questo moto all'esserci, in questo agire nel puro caso con precisissima intenzione.

Sabato, 05 Aprile 2014 09:48

Parabola

L’iridologo naturopata  gli aveva prescritto una cura per sanarlo dalla mortale malattia che gli vedeva nel ventre, ma il rimedio era tossico e il male nella pancia non c’era.
Dopo una misera esistenza è schiattato rapido.

Quanto possono nuocere le Teorie.

Martedì, 01 Aprile 2014 18:02

L’equivoco

Aveva equivocato al punto di credere che la ricerca di senso all’esistere fosse scoprire il significato del vivere.

Smarrito in labirinti paralizzanti aveva poi compreso che “senso” era semplicemente il punto verso cui il movimento è rivolto, lì ha cessato di cercare significati per produrli.

Martedì, 01 Aprile 2014 16:48

Pubblico intrattenimento

 “Intrattenimento” è definizione malaticcia se riferita alla rappresentazione artistica, manco va bene per l'avanspettacolo, evoca più la condizione di fermo di un indiziato.

Domenica, 30 Marzo 2014 18:29

Risonanza magnetica del basso addome

Nel sottoporre a risonanza magnetica un religioso fondamentalista, affetto da severe coliche addominali recidive, gli hanno trovato le budella traboccanti di nichilismo.

L’enterologo diagnostica l’esaltata ossessione integralista reazione compensatoria al viscerale abisso. Gli addetti ai lavori la chiamano sindrome dell'Emil Cioran malriuscito.

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