La divisa
Rifiuta qualsiasi divieto e ogni obbligo; urla a capocchia come cazzo ti viene; non ambire a piacere anzi sei fai schifo è meglio. Questi i primi tre comandamenti artistici della controcultura Punk.
Sotto certi aspetti non c’è malaccio, se non si fosse obbligati a indossare indumenti e accessori più codificati della divisa dei Carabinieri si poteva anche provare.
Primo comandamento esserci?
“Ti sei mai chiesto quale funzione hai?” (Pollution, Franco Battiato, 1972)
Amiamo, vogliamo, riflettiamo, queste sono le (migliori) funzioni che normalmente esplichiamo, ma mentre ero nella saletta d’attesa del laboratorio di analisi, nell’osservare le figlia che accompagnava il decrepito vegliardo genitore a misurargli sangue e urina col desiderio irriducibile che papà durasse ancora, anzi che durasse per sempre, ho constatato che la funzione primaria che esplichiamo è quella di voler esserci e far essere ancora chi amiamo a prescindere, anche se derelitto o davvero sofferente.
Esserci per cosa? Per curarci gli acciacchi così da esserci ancora per curarci gli acciacchi? “Elemosina gettata al mendico che gli permette di vivere oggi per prolungare il suo dolore l'indomani” come annotava Schopenhauer. Per certi versi l’ossessiva dinamica evoca un girone infernale ideato da un demiurgo sadico, ma in effetti in nostro desiderio irriducibile è perlopiù quella di esserci senza mollare l’osso, imperativo culturale di essere qualcuno invece di nessuno, di essere proprio noi invece che altro, ossessione squisitamente umana estranea alla natura.
La difficile arte di vivere consiste forse nel percorrere l’esistenza con una personalità che ama, vuole e riflette con tutta se stessa, ma al fondo impersonale, libera da se stessa. I nomi per indicarla non mancano: Tao, Zen, Brahman, ápeiron, Essere, Logos, l'Uno, Noumeno, Physis, anche i gatti ne sono un buon esempio.
Riduzionismi rurali
E l’inspiegabile fascino dell’Acanto che spunta tra le pietre bagnate è subito scomparso non appena ho tentato di spiegarlo.
Rivelazioni
Non è detto che cane e padrone si assomiglino sempre, ma di sicuro più Dio viene definito con precisione più è probabile che sia il prodotto di uno specifico io che lo concettualizza a sua immagine e somiglianza, così per conoscere quell’io andrà indagata la versione del Dio che produce, rivela, riflette.
La via orientale
Certa è la morte anche se la rimuoviamo e la possibilità di una improvvisa disgrazia incombe sempre, nonostante ogni nostra accortezza per evitarla.
Per liberarci dall’angoscia esistenziale, oltre alla drastica alternativa fra suicidio e fede ricorrendo a “Colui al quale tutto è possibile” (Kierkegaard), si potrebbe optare per la terza via di dare un po' meno importanza alla nostra persona, imparando a vivere facendo a meno di noi stessi, visto che l’angoscia esistenziale è direttamente proporzionale all’importanza che attribuiamo al nostro io.
Funzionamento affidabile
Il fatto che tutti noi siamo senza esserci fatti è prova che siamo prodotti da un funzionamento capace e performante, comunque affidabile naturale o divino che sia.
Anime
Non so se nei corpi ci sia dentro un’anima, ma la potenza e il movimento che certi corpi fermi e zitti talvolta manifestano ne è forse prova.
Processi
Lavorare, operare, creare, scegliere, così da agire invece che subire, ma mentre ci sono processi che iniziano si svolgono e si concludono pensando, o scrivendo, o dicendo, altri raggiungono meta solo se attivano un movimento corporeo che interagisce con la materia e con gli altri corpi, o un moto etico che produce un preciso comportamento pratico.
Il senso della vita
La vita attua direzioni ma non proclama senso nel suo essere e funzionare e gli animali lo sanno bene, con la sola eccezione di Homo sapiens che invece ipotizza e teorizza “il senso della vita”, come se la vita seguisse nella sua totalità una direzione univoca che partendo da una origine dirige verso un fine preciso, logico, assoluto, eterno, universale.
Il punto è che per cercare il senso della vita occorre qualcuno che lo cerchi, senso che verrà cercato nel modo d’essere proprio di questo qualcuno, nella sua prospettiva e nella sua determinata situazione, senso necessariamente contenuto dentro i suoi orizzonti esistenziali al fine di soddisfare i suoi desideri individuali. Non appena si sente dire del senso della vita la cosa migliore da fare non è indagare la vita per trovarlo, ma chi lo afferma perché è lì che abita.
L’ora di finirla
Nell’ultimo quarto d'ora prima della fine del mondo zappava la lavanda selvatica nel giardino, così, per piacere, senza scopo.
Per entrare nell’infinito bisognerà pur abbandonare ogni fine.