BLOG DI BRUNO VERGANI

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Mercoledì, 27 Novembre 2024 16:10

Ego e tagliaunghie

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Ci vorrà pure un po’ di ego per permanere individui e funzionare in questo mondo[1], però più mi guardo intorno più mi persuado che con meno ego si viva meglio e comprenda di più.

Quando si ama l’io si riduce e si sta meglio e senza bisogno di raggiungere l’estasi lo staccarci un poco da noi stessi, fondendoci nella natura, migliora la vita. Nel ridimensionare l’ego anche il dolore personale e universale si circoscrive un po’[2]. Anche i tormenti esistenzialistici sono forse una forma di patologia narcisistica.

Ma per noi, figli del nostro tempo, non è facile staccarci da noi stessi per scomparire in un abbraccio, in un orgasmo, carnale[3] o cosmico che sia.

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1 Volontà individuale di potenza non come la intendeva Nietzsche ma Alfred Adler, fondatore della Psicologia Individuale Comparata, probabilmente il più preciso nel descrivere e affrontare la condizione di fragilità che caratterizza i cuccioli dei Sapiens, che determinerà l'intera esistenza di ogni individuo. Da qui l'importanza di una forte individualità psichica che Adler vede per la sua natura “sociale”; che si sviluppa e consolida appartenendo alla comunità umana.

2 La contraddizione di un supposto Creatore buono che crea un mondo pieno di male in fondo è problematica tutta ego centrata, basta rimuovere l’Io (dell’uomo e di Dio) per constatare un sommo funzionamento impersonale che regge il mondo e l’enigma si risolve, anche se il male permane. L’altra settimana ero ricoverato e avevo dimenticato a casa la forbice per tagliarmi le unghie. Era entrata in stanza una tizia sui sessanta, bruttina: “Sono una volontaria, vuole che le porti l’Eucarestia?”, stavo per rispondergli: “Meglio un tagliaunghie”, ma siccome ho un temperamento conciliante ho evitato la profanazione. Però che modo stupido di porsi di fronte alla sofferenza, sarebbe forse meglio che prima facessero passare il mal di pancia al malcapitato e poi, semmai, portino l’eucarestia. Allora mi era tornata alla mente la “pedagogia della sofferenza” proposta da Orlando Franceschelli, che evitando di attardarsi in teodicee religiose o laiche che siano, va dritto al punto: guardare in faccia le sofferenze passate e presenti; essere resilienti aiutandoci reciprocamente a reggerle e lenirle e, nel limite del possibile, imparare da esse migliorandoci.

3 Ho saputo di uno che si inventa ogni scusa per evitare incontri intimi con la partner, così da scappare per farsi sessanta km con la bici da corsa sotto la pioggia. Odierna filosofia del fitness: per raggiungere i livelli di purezza e potenza ego centrata attualmente richiesti occorrono tanti tatuaggi e un’ascesi rigorosissima.

Ultima modifica il Mercoledì, 27 Novembre 2024 16:30
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