In contesti urbani succede che qualcuno non si accorga dell’esistenza delle piante, qualcun altro delle stelle: cecità botanica, cecità siderale… Ma visto che tali ciechi non vivono poi peggio degli erboristi e degli astrofili vedenti che s’indignano per queste loro cecità, alla fine va bene così.
Ci sono filosofi che dicono che non si può pensare al di là delle parole che conosciamo, e biologi evoluzionistici che spiegano come il linguaggio aumenta le funzioni del cervello, che così migliorato crea ulteriore e più puntuale linguaggio, che a sua volta stimola il cervello rendendolo ancora più performante, e così via. Ma se le cose stanno solo così, com’è che tutti i giorni incontro contadini pugliesi che pensano incommensurabilmente oltre le quattro parole del dialetto che sanno? E intelligenze artificiali sempre aggiornate di tutte le parole del mondo che non pensano nulla? Il contadino pugliese manifesta un quid, se non ontologicamente autonomo o soprannaturale, comunque emergente, forse precedente, che supera la somma delle parti date dal linguaggio e dall'abilità cerebrale.
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1 Il re del mondo, Franco Battiato, 1985