Improbabile che devoti induisti sappiano quando sono stati scritti i Veda, infrequente che ebrei e cristiani praticanti conoscano la datazione della Bibbia, raro che musulmani osservanti sappiano quando è stato stilato il Corano.
Estranei al paradigma storico interpretano le sacre scritture Parola eterna rivelata da Dio, spontanea manifestazione atemporale dell’assoluto. E’ dunque un errore chiedere ai credenti[1] la datazione dei loro testi sacri, glissando sul paradigma nel quale nuotano.
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1 Ad eccezione di esegeti e biblisti, acrobati che sanno cogliere l’autorivelarsi del Dio eterno nella forma temporale dell’umana parola, muovendosi nel contempo nel paradigma di fede e in quello storico.