Può anche darsi che in chi va pazzo per i sofferenti si annidi qualcosa di oscuro; nel suo insopprimibile desiderio di curare i bisognosi, sotto, sotto, potrebbe anche ardere una disposizione sadica[1] o un ego ipertrofico[2].
Qualsiasi cosa sia, o non sia, in ogni caso grazie !
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1 “Non so nulla, dei primi anni della mia vita, che deponga per un mio bisogno di aiutare l’umanità sofferente; d’altra parte la mia innata disposizione sadica non era particolarmente forte, ragion per cui non necessariamente doveva svilupparsi questo suo derivato”. (S. Freud, “L'analisi dei non medici; Proscritto del 1927”).
2 “Dove risiedono i più grandi pericoli? Nella compassione” (Nietzsche, “La gaia scienza”). “L’esercizio di questa virtù [la compassione] ha bisogno dell’altro e, specificamente della sua miseria […] Quindi, è anche, e malgrado le apparenze, una virtù egoista, che mira solo all’utilizzazione dell’altro allo scopo di esaltare la sua stessa sentimentalità. Porre questo sentimento al centro della morale vuol dire, in realtà, identificare la morale con il culto dell’io sotto le spoglie opposte della rinuncia”. (Paul Valadier, “Nietzsche e la critica radicale del cristianesimo”).