Ho letto solo un paio di libri del filosofo Manlio Sgalambro, quanto basta per sentirlo prossimo al sodo pessimismo cosmico di Schopenhauer e al beffardo, nerissimo, quanto geniale Cioran. Ripensando a una sua affermazione che avevo letto nel “Del Delitto”:
« La ragione dà ragione all'assassino e alla sua vittima. L'assassino e la sua vittima sono inscindibili. “Ti sei interessato a me sino a uccidermi” »,
mi è venuto il sospetto che nel testo de “La Cura” di Franco Battiato, al quale il caustico Sgalambro aveva collaborato, serpeggi, antifrastico, del sarcasmo beffardo nei confronti dell’amore tenero e attento all’altro che il pezzo esalta e celebra. Però, anche se così fosse, l’ascoltatore può comunque liberarsi agilmente dalla beffa interpretando il pezzo come gli pare e piace.