Nell’attesa di crepare ho costruito uno stagno, né piccolo, né grande. Ci ho messo quattro pesci rossi e aspetto che dal cielo arrivino le rane. Le rane sono un buon intrattenimento, ci aiutano a gioire delle gioie e ad addolorarci dei mali, ma non troppo. Anche se passa la scena di questo mondo ho piantato qualche zucchina e ho stretto con loro una specie di amicizia. Oltre alle zucchine ho anche qualche libro, attrezzi per la manutenzione della casa e per coltivare la terra. Vicino alle zucchine vegetano spontanei dei bulbi di Scilla, grossi cipollotti tossici che gli antichi utilizzavano per fare il veleno per i topi. Che strano, quei bulbi di Scilla potrebbero benissimo vegetare anche senza quel veleno nel succo, invece il veleno ce l’hanno, forse è indizio che sono stati inventati e prodotti da un Creatore fantasioso. Nulla ho fatto, eppure il cosmo c’è. E se la statistica sbagliasse? E se non fosse vero che creperemo tutti? Può anche darsi che l’eterna clessidra dell’esistenza venga ogni volta capovolta e noi, granelli di sabbia che siamo dentro, ricominciamo un altro giro di giostra. Non so come stiano le cose, creperò o non creperò? Di fronte a due possibilità opposte un buon trucco è farsi in due. Le zucchine le puoi friggere per condire la pasta, devi usare le farfalle, le De Cecco van bene. «Quid est veritas?» e Gesù invece di rispondere se ne stava zitto, forse aveva ben altro a cui pensare, forse considerava che cucinare le zucchine è davvero un buon intrattenimento, nel frattempo, mentre si attende di non esserci più. Buoni intrattenimenti sono anche la fatica nel sollevare una lavatrice, lavare l’automobile, una fitta nel pestarsi l’alluce e scorgere al tramonto il Genius loci dietro la roverella. Un amico di Martina Franca m'aveva raccontato di suo padre che nella seconda guerra mondiale era sopravvissuto alla ritirata dal Fronte orientale. Nella steppa russa si era rifugiato sotto un carretto e oramai assiderato, giusto un momento prima di rimanere surgelato stecchito, gli era apparso un enorme cavallo bianco con sopra san Martino che gli ordinava di rialzarsi per riprendere la marcia verso casa, e a casa ci è tornato davvero. In mezzo alle nevi sovietiche doveva apparirgli un qualche santo russo come salvatore, invece gli era apparso il patrono del suo paese. Ma zappare le zucchine è atto naturale o culturale? Sono andato a vedere sul dizionario di filosofia il significato filosofico del lemma innaturale, l’ho cercato nel dizionario di filosofia Abbagnano, il migliore, quello grosso, ma alla voce innaturale c’era scritto: «Non naturale» e basta. Forse nello zappare le zucchine cultura e natura stringono alleanza. Qualche zucchina cresce storta altre belle dritte, non so perché. Una volta avevo tentato di colpire con la scopa un pipistrello che svolazzava nella stanza, più cercavo di essere rapido a preciso nel colpirlo e più fallivo, ma quando avevo iniziato a colpire in aria a capocchia l’avevo centrato. Forse Dio non è ineffabile perché sta troppo in alto ma perché è in progress, per colpirlo devi dare botte da orbi a destra e a manca. Però nell’insensato accadere delle condizioni la circostanza che un fiore giallo diventa una zucchina svela quote di un ordine benevolo delle cose. "Partoriscono a cavallo di una tomba, il giorno splende un istante, ed è subito notte" aveva ragione Beckett… Nel frattempo, però, qualche zucchina possono anche mangiarsela. Mentre l’universo si raffredda dei bambini giocano sul marciapiede senza motivo o scopo. Nella stessa famiglia delle zucchine c’è il Cocomero asinino, un piccolo cetriolo che se lo tocchi ti sputa i semi in faccia, eiacula di brutto, il mondo potrebbe andare avanti anche senza il Cocomero asinino ma invece c’è, chissà se i giocatori di briscola negli ospizi lo sanno.
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Testi Teatrali
1 commento
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Lunedì, 31 Agosto 2020 16:54
inviato da Maria DAsaro
Grazie. Mi riconosco nella sostanza e nella forma espressiva. E nel trasporto verso le zucchine...