Il problema è che oggi i corpi e i soggetti sono sempre meno un qualcosa di individuabile e comprensibile, ma sempre più entità fluttuanti e nebulose, che di volta in volta prendono forme differenti come fa l’acqua nel contenitore. Mica è facile relazionarsi con persone senza nucleo, individui che sono quello che sono di momento in momento, così, a estemporaneo gusto personale.
Se un soggetto per un certo tempo è un proprietario di immobili, o per vocazione un padre di famiglia, uno che fa parte di qualche gerarchia sociale, uno che vuole sovvertire l’ordine costituito, uno che vende stabilmente furgoni usati, uno che va a messa la domenica mattina, una persona di cultura, un erotomane patentato, un ateo irriducibile, uno che soffre e gioisce, uno che sbaglia e ci riprova, sapremmo come rivolgerci a lui. Ma se nemmeno lui sa chi è come facciamo a relazionarci a lui, come lui desidera?
Forse non c’è dentro più nessuno in quei corpi beati e proprio per questo la buoncostume del politicamente corretto monitora le nostre buone e cattive maniere quando interagiamo con loro, così da dare una parvenza di realtà a quel niente.