Al cospetto dell’ineluttabile due le opzioni, anzi 3 :
1 opporsi
2 rassegnarsi
3 allearsi
L’opzione 3 del far coincidere la propria volontà e persino il personale piacere con l’ineluttabile è squisitamente stoica[1]. Per riuscirci più che sforzo occorre l’accettazione di una ragionata cosmogonia. Per gli stoici tutta la realtà era materia attivata, nel modo migliore possibile, da un immanente principio divino. Tutto dunque necessario, perfetto e giusto, tutto quindi provvidenziale così com’è.
Non so se le cose stiano davvero così, so però dei severi danni che il fatalismo può generare e poi è un bel po' complicato far coincidere la personale volontà con la potenza dell'ineluttabile necessità se ti imbatti in un Hitler, ciò non toglie che in certe circostanze è davvero più conveniente fluire con esse che resistere.
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1 Ricordo di uno scritto antico di impronta stoica che per esemplificare la possibile coincidenza tra ciò che vuoi e ciò che accade, faceva l’esempio di un cane legato a un carro in movimento. Diceva più o meno coì, vado a braccio: se il cane si opporrà alla costrizione seguirà ugualmente il carro spezzandosi le zampe nel suo opporsi al trascinamento e più resisterà più le spezzerà. Se invece vorrà muoversi proprio in quel preciso momento, giusto in quella direzione, esattamente a quella velocità con assoluto piacere… Ma esiste un cane così?