Forse irrealizzabile una visione tanto pura e diretta dei fenomeni così da vederli per ciò che realmente sono, dato che inevitabili quote di pregiudizio e pre-comprensione, insomma di memoria, sono i prerequisiti attraverso i quali necessariamente percepiamo il mondo.
Bisognerebbe arrivare per la prima volta sulla terra provenendo da un qualche pianeta remoto, o in subordine ingurgitare sostanziosi dosaggi di peyote, per raggiungere un livello tale di depersonalizzazione così da vedere, finalmente, le cose per come davvero sono, al netto della nostra interpretazione. Forse meglio evitare gli stupori, la meraviglia e gli straniamenti indotti dalla mescalina e tentare con l’epoché filosofico.
E' il vedere le cose sospendendo ogni giudizio, i bambini lo fanno da sempre, gli adulti ci provano da circa duemila anni a partire dalla corrente filosofica dei neo scettici, tradizione rielaborata dalla recente fenomenologia dove Husserl invitava a mettere tra parentesi la realtà per come la conosciamo attraverso le scienze e l’ingenuo senso comune e, omesso il bagaglio di memorie acquisite, osservare spregiudicati ciò che c'è. Anche se un’asettica telecamera farà sempre di meglio possiamo provarci.