Che a differenza di una pietra, di un girasole, di un gatto, accada un punto e grado della natura che dice:
«Al culmine della disperazione, solo la passione dell'assurdo può rischiarare di una luce demoniaca il caos»[1]
è prova provata che la natura si protende da se medesima (anche l'uomo è natura) scostandosi di brutto dal meccanicismo materialistico che la dovrebbe fondare e ordinare. Ma come fa?
In fin dei conti elargiscono più indizi dell’esistenza di un possibile Dio i pessimisti estremi che i santi, gli uni e gli altri fautori di quella cosa che chiamiamo civiltà. Inopinata e strana, nondimeno reale.
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1 Emile M. Cioran “Al culmine della disperazione”, Adelphi.