Nel redigere il pedigree di Homo sapiens a un certo punto incontriamo degli ancestrali e gibbosi ominidi che rizzandosi in piedi iniziavano a inventare credenze, officiare riti, raccontare storie, ideare culture. A immaginare dimensioni soprannaturali, generare dèi, a unire arbitrariamente eventi (magia) per poi correlarli con criterio più oggettivo (scienza). A concepire estetiche ed etiche, a produrre artefatti e linguaggi di simboli condivisi implementando civiltà.
Poggiamo, dunque, su artifici così efficienti da plasmare la realtà. Possiamo interpretare lo strano sviluppo di quegli ominidi enfatizzando il prima e il dopo, ma è forse più ragionevole non fissarsi sulla svolta per ammirare il processo senza soluzione di continuità evitando di separare l'artificiale dal naturale, in fondo un nido di passero e uno Space Shuttle appartengono al medesimo regno, espressioni della stessa potenza.
In definitiva anche Dio, quello soprannaturale, lo si potrebbe interpretare come una singolarità prodotta dal processo naturale espresso dalla storia, entità escogitata ed editata dall'umanità che anche i non credenti e gli agnostici dovrebbero riconoscere - gli atei già lo fanno nel loro definirsi tali - in quanto accadimento forse non reale ma comunque efficace, e nel bene, e nel male.