L’antipasto tardava e al quarto calice di Gravina nel sentire da quello di fronte quel mio modo di dire e dall'altro a capotavola uno stilema che so appartenermi, l’improvvisa sensazione che in quella tavolata non sedevamo in dieci ma eravamo un tutt’uno estrinsecato dalla singolarità dei presenti.
Può essere che l’unità tra individui non sia traguardo da raggiungere ma un dato preesistente tutto compiuto e solo da scoprire? E il bianco a stomaco vuoto confonde o riordina?