La millenaria storia del pensiero si muove poggiando suppergiù su due modelli antagonisti che hanno generato, e generano, conflitti tra uomini e nell’uomo. Ne azzardo una bruta illustrazione.
Da una parte il modello teorico di un sommo Oggetto nel quale dovremmo fonderci per realizzarci, denominato Essere o Dio e similari[1], dove la nascita personale dell'individuo è vista perlopiù sconveniente e l’Io una mera superflua illusione disturbante la realtà di un perfetto, sommo e grande funzionamento. Dall’altra il modello che invece vede l’uomo pensante soggetto reale e sovrano e nebulosa quanto tiranna qualsiasi somma entità a lui superiore.
Possibile tra i due modelli una qualche sinergia o in subordine un armistizio?[2]
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1 Somma entità non necessariamente trascendente, visto che abbondano anche imperativi di ideologie mistiche materialistiche - dove ad esempio Iddio è lo Stato - tendenti alla rarefazione dell’Io soggetto individuale.
2 Considerando le religioni c'è da dire che il cristianesimo, specialmente il cattolicesimo, ci ha provato producendo un ibrido, in quanto la Chiesa nella sua storia si è, via, via, incanalata platonicamente nel modello del sommo ente fagocitante il soggetto umano, mentre Gesù di Nazareth ha asserito la convenienza di essere uomo, come puntualizza lo psicoanalista Giacomo Benedetto Contri.