Nell’immaginare e narrare redigiamo statuti a raffica perché qualsiasi storia contiene una morale. Tutti autori legiferanti, da san Francesco a Hitler. Un bel problema.
E così per vivere assieme emancipandoci da miriadi di relatività, dove tutto è vero e non è vero niente, ci mettiamo d’accordo scartando arbitrariamente alcune narrazioni - ad esempio statuendo che stuprare in gruppo polacche sulla spiaggia non si fa - così da sceglierne convenzionalmente altre per espanderle e condividerle.
Qualcosa non torna in questo fluttuare assoluto. Ci sarà pure un qualcosa di più stabile, una qualche oggettiva regola aurea che ci precede sulla quale poggiare e procedere, o anche questa è tutta un’invenzione?