Hans Küng alla fine della sua autobiografia descrive la speranza di entrare, con la morte del corpo, nel cuore glorioso della realtà. Non escludendo che, viceversa, potrebbe anche entrare nel nulla[1], considera quanto tale speranza gli abbia di fatto permesso una vita migliore comunque vadano le cose.
Anch’io non so. Scommetto e punto tutto su un dato: sulla potenza che mi ha permesso - senza che io facessi nulla - di esserci con gli altri nel mondo. Fin qui ha fatto bene, che faccia lei.
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1 Dopo una lunga esistenza d’intensa e valorosa indagine della vita, dell’uomo e su Dio, che pochi potrebbero eguagliare, davvero ammirevole l’aver raggiunto posizioni di dubbio sereno (possibilità), invece di stereotipate certezze esaltate o disperate.