Per quelli della mia generazione tra gli accadimenti ben incistati nell'apparato psicosomatico c’è il riff di quattro note in scala blues di “Smoke on the Water” dei Deep Purple. Siccome in queste faccende variabili minime possono rivelarsi cruciali, per essere precisi il ritornello collettivamente introiettato è quello dalla versione live “Made in Japan”.
Il pezzo è stato ed è celebrato da numerosi gruppi in differenti versioni con una costante singolare: nel tentativo di farlo riaccadere nella sua essenza ortodossa si tende, perlopiù inconsapevolmente, a velocizzarlo amplificandone volume ed esagerando la distorsione, basta e avanza riascoltare la versione di “Made in Japan” per rendersi conto di quanto sia rispetto alle imitazioni più sobria e misurata, lenta e arrancante, beninteso nel canone hard.
Il quid caratterizzante il pezzo non albergava, dunque, nel volume e neppure nella distorsione ma nella semplicità della melodia e nella precisione e misura dell'esecuzione.
Distorsione del fumo sull’acqua di parodie e caricature rispetto all'originale che mica vale solo per l'hard rock: Gesù di Nazareth/Chiesa cattolica; Marx/socialismo reale; Nietzsche/nazionalsocialismo…