BLOG DI BRUNO VERGANI

Radiografie appese a un filo, condivisione di un percorso artistico

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Giovedì, 05 Maggio 2016 17:45

“Acala’ a’ capa”

Scritto da 

Nel leggere la trilogia della psicoterapeuta e teologa Hanna Wolff  «Gesù, la maschilità esemplare (garantisco che il contenuto è meglio del titolo); Gesù psicoterapeuta; Vino nuovo - Otri vecchi», continuo a ruminare una domanda che mi sorge spontanea: corretto e propizio analizzare il cristianesimo alla luce della psicologia del profondo - come fa la Wolff procedendo come uno schiacciasassi - o invece opportuno che psicologia del profondo e cristianesimo permangano regni separati con specifiche gnoseologie e propri statuti? Visto che la trilogia mi è proficua, a tratti illuminante, rispondo empiricamente che è meglio mischiare. Se così, vedo più motivi che obiezioni nell'universalizzare il metodo: psicologia del profondo che interagisce con la religione in senso lato, come anche con la sociologia, la filosofia, il diritto, la politica e l'arte, anche se per quest’ultima sarebbe opportuno un qualche distinguo, beninteso non primato di una disciplina sulle altre, ma alleanza reciproca.

Nel considerare la filosofia osservo che Freud, pur presente nei manuali dossografici, è purtroppo in realtà ibernato, non vedo ragione di lasciarlo lì sotto teca, in quanto se, quantomeno in parte, “il mondo è una mia rappresentazione” (Schopenhauer) e una qualche perversione inconsapevole mi rode dentro condizionerà il mio vedere e filosofare - pensiero e prassi. Un “acala’ a’ capa” [proverbio partenopeo: sottomettersi a altrui decisione -nel caso di specie a entità nascosta nel proprio intimo-, genuflessione]. Così per il narcisismo, l’edonismo, le inconsce perversioni, le mancanze, che pertanto non solo influenzeranno ma distorceranno il filosofare stesso al fine di soddisfare insane recondite dinamiche, magari attraverso un certo sofismo, oppure brandendo l’erudizione come arma edonistica, come anche l'esaltarsi in estremismi ideologici o l'incappare in nichilismi e teismi sotto e sopra le righe, come anche esaltandosi in velleitarismi giovanilistici in tarda età, oppure nel ripetersi concettualmente incapaci di fluttuare, di ascoltare, di dialogare, o manifestando netto scostamento tra ciò che si enuncia e la personale biografia.

Mica sono indenne da questo insano ragionacchiare immaginativo-narrativo scritto da autore acquattato in me medesimo che, da qualche fogna, verga il copione. Autore occulto che, perlomeno, cerco di individuare e talvolta scorgo in altri.
Dimenticavo: da là sotto di solito, il mio, scrive di paradisi.

Ultima modifica il Venerdì, 06 Maggio 2016 08:44
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2 commenti

  • Link al commento Augusto Cavadi Venerdì, 06 Maggio 2016 07:48 inviato da Augusto Cavadi

    Vedo con grande piacere che il suggerimento di sbirciare nella trilogia wolffiana sta dando frutti copiosi!

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  • Link al commento Pietro Sabato, 07 Maggio 2016 16:06 inviato da Pietro

    L'autore occulto va portato alla luce e rassicurato: dovremmo fargli capire che in fondo non è cattivo, che solo carenze affettive e paure lo hanno portato a nascondersi e a tremare-tramare nell'ombra.

    Rapporto

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