C’è qualcosa di sano nell’amalgamare lo spirito ai piedi e anche alle mani, come mi aveva fatto imparare a memoria -sciaguratamente in contesto cattolico pauperistico- la maestra alle elementari [1] e che oggi mi torna alla mente evocato dalla lettura di ieri sera [2].
Corrispondenza spirito-corpo che andrebbe universalizzata coinvolgendo in presa diretta -se fuori sincrono agita in presa sfasata è feticismo- spirito con duodeni, tibie, vulve e peni.
Detto tra noi il culto delle reliquie e la dottrina che lo giustifica non sono poi tanto sbagliati, il problema è che amalgamano in differita.
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1 Fammi vedere le mani, saprò io se ne sei degno. L'operaio fa vedere le sue mani dure di calli, han toccato tutta la vita ferro, fuoco, metalli. Sono vuote di ogni ricchezza, nere, stanche, pesanti. Dice il Signore: «Che bellezza, così sono le mani dei santi». (Renzo Pezzani)
2 «Lo spirito tedesco è un'indigestione, non arriva mai a fondo di nessuna cosa. Ma anche il regime inglese che confrontato col tedesco e col francese è una specie di «ritorno alla natura», cioè al cannibalismo, ripugna profondamente al mio istinto: mi sembra ch’esso dia allo spirito dei piedi pesanti, piedi da donna inglese...» Ecce Homo (Nietzsche)