Il mio primogenito era stato battezzato nella chiesa di Sant’Antonio sul salitone appena fuori dal centro storico, a quei tempi c’era il parroco originario di Goa, India. Nel colloquio di preparazione al battesimo, sapendomi bazzicare ambienti induisti, mi aveva ammonito riguardo l’incompatibilità tra cristianesimo e religioni orientali, il primo retta [1], le seconde invece cerchio [2].
Mica aveva torto il parroco cattolico indiano e ancora oggi mi lasciano perplesso, nonostante le numerose e valorose eccezioni da Arthur Schopenhauer a Raimon Panikkar, alcuni tentativi di sintesi. Mediazioni che collocano l’uomo occidentale nella cosmogonia orientale, allineamento del cerchio partorito da Carl Gustav Jung e poi diffusosi in numerose concezioni New Age. Da quelle parti in conformità col cristianesimo siamo invitati linearmente ad onorare la vocazione personale, sviluppando un io poderoso così da emanciparci da un non ben definito seppur infinito paciugo, nel quale albergavamo prima di nascere, luogo a differenza del cristianesimo sprovvisto di Padre. Ottemperata la personale vocazione attraverso una biografia che possibilmente lasci indelebile e sana traccia di sé nel mondo, lì sul più bello l’io finalmente strutturato andrebbe inopinatamente trasceso per sciogliersi nel cosiddetto Sé, ossimoro di io impersonale o di qualcosa che gli assomiglia, per circolare dissolti nell’oceano di un presupposto nirvana, non molto dissimile dal magma cosmico nel quale stazionavamo prima di nascere: casella 58 "scheletro" si paga la posta e si torna alla 1 (Gioco dell'oca).
Forse meglio permanere alla larga da nebulosi, equiparabili, pre e trans personali, cosicché un qualche padre ci possa mandare pure all'inferno, ma almeno con l’io integro e pimpante. Forse meglio che ognuno onori la sua tradizione lineare o circolare che sia senza deformarla, ma approfondendola per lì scoprirsi amico di tradizioni lontane [3]. Per quanto mi riguarda accettando di non sapere, né il prima, né il dopo, l'accadimento di questo personale corpo pensante, continuo fluttuando nell'esserci di Io-Altro-Natura, linee e cerchi van bene per progettare la rotatoria della provinciale.
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[1] Ecco la retta: « Il credo. Credo in un solo Dio, Padre Onnipotente, creatore del cielo e della terra, di tutte le cose visibili e invisibili. Credo in un solo Signore Gesù Cristo unigenito figlio di Dio nato dal Padre prima di tutti i secoli. Dio da Dio, Luce da Luce, Dio vero da Dio vero, generato, non creato, dalla stessa sostanza del Padre. Per mezzo di Lui tutte le cose sono state create. Per noi uomini e per la nostra salvezza discese dal cielo e per opera dello Spirito Santo si è incarnato nel seno della Vergine Maria e si è fatto uomo. Fu crocifisso per noi sotto Ponzio Pilato, morì e fu sepolto e il terzo giorno è resuscitato secondo le Scritture ed è salito al Cielo e siede alla destra del Padre e di nuovo verrà nella gloria per giudicare i vivi e i morti ed il suo Regno non avrà fine. Credo nello Spirito Santo che è Signore e dà la vita e procede dal Padre e dal Figlio e con il Padre ed il Figlio è adorato e glorificato e ha parlato per mezzo dei profeti. Credo la Chiesa una, santa, cattolica e apostolica. Professo un solo battesimo per il perdono dei peccati e aspetto la resurrezione dei morti e la vita del mondo che verrà. Amen ».
[2] Ecco il cerchio-spirale: «Nella maggior parte, comunque, Brahma appare in veste di creatore o meglio di demiurgo. Infatti, i miti della creazione induisti si discostano in modo evidente da quelli biblici e del creazionismo in genere per non contemplare una creazione ex nihilo, ma piuttosto una disposizione e un'organizzazione degli elementi costitutivi dell'universo. » (Poupard 2007, voce "COSMOGONIA nell'induismo" di Jean Varenne, pagg. 369-371). « Il Mahaa-Viṣṇu, in cui tutti gli innumerevoli universi entrano e da cui tornano indietro semplicemente seguendo il suo respiro, è un'espansione di Krishna. Quindi io adoro Govinda, Krishna, la causa di tutte le cause. » (Brahma-samhitaa 5.48)
[3] L'ho appreso da Luigi Giussani che concepiva l'ecumenismo non come snaturamento della personale tradizione di fede onde facilitare un accettabile compromesso, ma incontro di specifici, differenti, approfondimenti.