Se fossi partorito in questo momento come percepirei la realtà? Ce ne vuole di straniamento dal mondo e dai ricordi accumulati per rispondere. Forse aiutano i primi due minuti appena dopo il risveglio: assomigliano ad un tornare al mio primo ricordo, quando avevo più o meno un anno e nell’osservare il fuoco di una stufa sapevo di esserci. Fuoco d’essere-pensiero ancora qui immutato sorto spontaneo non so da dove, non conosco il perché, non so come. E’ l’unico capitale che ho? Trascorsi i due primi minuti mi lavo la faccia, se sono di fretta solo gli occhi e siccome ho l’imprinting cattolico commento: «Quando l’occhio è puro tutto il corpo è puro.» Nell’acqua del lavabo incontro la natura, poi leggo le notizie e assurge la cultura, così il capitale primario dell’Io pensante nell’incontrare nuovi evidenti fattori fluttua relazionandosi con essi; così l’Io cerca una sua misura tra natura e cultura.
Per come la vedo vivere è perseguire giusta misura dell’Io: se smisurato è delirio, se omesso irrompe il nichilismo, e in versione diretta, e in versione reattiva difensiva con l’assurgere d’entità immense e sempiterne prodotte e sostenute dal nichilismo medesimo. Se Dio c’è è uno che, come me, tende alla giusta misura e, a differenza di me, pur avendola trovata lavora ancora.