«Quest’ordine universale, che è lo stesso per tutti, non lo fece alcuno tra gli dèi o tra gli uomini, ma sempre era, è e sarà fuoco sempre vivente, che si accende e si spegne secondo giusta misura»1
Che strano che questo destituire creatori e creature cagioni una sacra reverenza silente e sottomessa, grave e imponente come quella che procurano le messe cantate glorificanti la trascendenza di un soprannaturale domineddio.
Ignorando soluzione forse meglio, nel frattempo, che alla larga da sempiterni altiforni e messe cantate accenda il fuoco del personale ordine. Vivente, valoroso e universale in misura del mio quotidiano lavoro.
1 Eraclito, frammento 30.