Non mi piace la filosofia quando esige corretto funzionamento, quando giudica scorretto ogni dire fluttuante, danzante, a priori. Quando valuta l’intuizione delirio oracolare e rigetta aforismi estemporanei esigendo, senza mai transigere, “scientifici” argomenti a posteriori. Il filosofo più funzionante, quello accademico, passa la vita a leggere altri filosofi poi diligente li ricapitola in ordine, come un contabile sul libro dei corrispettivi, tira le somme e omettendosi le divulga. Comprensibile, quando così, la diffusa disaffezione alla disciplina.
Non mi piace neanche una ecoappartenenza a un presupposto funzionamento cosmico perché l’universo si espande strano e non è escluso che il percepirsi coautori, invece che infinitesimali elementi dell’ingranaggio, sia più vicino alla realtà che al delirio.
Funzionare è fungere: adempiere obbedienti a un ufficio senza averne nomina e grado, assolvere la funzione di qualche altra cosa. Mica è umano.
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Filosofia di strada