Oggi chi scrive, non di rado, tende a comprimere la parola twittandola o si attarda a dilatarla in un corpulento romanzo, ingombrante e fragile come il polisterolo espanso.
Circondati da nani rattrappiti e giganti barbosi inevitabile un po’ di nostalgia per i bei corpi di un tempo, quelli sodi, quelli col numero di pagine equilibrato, quelli col giusto rappporto materia-sostanza, quelli come Il Libretto Rosso di Mao Tse-Tung e il Vangelo di Giovanni.