Dicono che sono nato e morirò. Non mi ricordo di essere nato e a morire non ho mai provato. Ho visto amici farlo e al momento mi è dispiaciuto, poi me li sono ritrovati operanti in me. Faccio piacevole esperienza dell’addormentarmi per poi sognare, non sempre ricordo cosa eppure al risveglio ho la percezione di aver compiuto un discreto lavoro, talvolta eccellente.
Dispongo di un corpo, mi piace. Penso, mi piace. Lavoro, mi piace. Ho amici, mi piace, con loro si raccolgono più frutti. Ogni tanto incontro dei rompiballe, non mi piace. Nei giorni di scirocco mi fa male la testa, non mi piace. A momenti nel guardarmi intorno mi addolora tanta inutile sofferenza, in altri considero che il mondo, così com’è, è esattamente come deve essere, mi piace lavorare per realizzare, in questo alternarsi di giudizio, una sintesi congrua e se riesco valorosa.
Non mi sono fatto da me, perché, dunque, tutto questo?
Nell’indagare ho realizzato che chi dice risposte racconta storie, è la domanda stessa che le scrive, mi piace neutralizzarla vivendo per rispondere preciso: «Non lo so».
Mi piace l’aroma del tabacco speziato, da un paio di mesi alterno al toscano la pipa.