La madre che butta i figli dal balcone sgonfia all’istante sistemi filosofici in apparenza valorosi. Sveglia i filosofi dal sonno delle sistematizzazioni l’uomo che a Niguarda ha picconato a morte i passanti, tutti accoppati a capocchia e gran parte dello scibile filosofico non sa risolvere.
Teorie e racconti di metempsicosi consolano qualche ingenuo, altri sedano un po’ l’angoscia chiedendo pene severe e polizia armata a proteggerli, ma tutti i poliziotti e le carceri del mondo lasciano irrisolto il male, in fondo il vero e unico problema. Se c’è un primato inalienabile è quello del male, a differenza del bene e del vero non concede spazio a giochi interpretativi.
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Domenica, 19 Maggio 2013 16:01
inviato da delia
In effetti, forse più polizia aiuterebbe a contenere il fenomeno ... sempre che non si tratti di qualcuno come il papà siciliano che sparò al figlio.
Il male lascia spazio a pochi giochi. La verità è che c'è un tale bordello nella mente e nell'anima delle persone, un vuoto esistenziale talmente profondo, che commettere una bestialità sembra l'unico modo per dare un po' di vivacità alla propria vita.
Un poco come il masochista che tirato su a cinghiate perché l'amore genitoriale vuol dire punizione, poi va a farsi frustrare dalle zoccole spendendoci pure fior di soldi: ritornare alle dolci sensazioni dell'infanzia.
Non siamo alla violenza pura, siamo sballottati nel nulla e picchiare e uccidere sembra l'unico modo per diventare qualcosa, non qualcuno, solo "qualcosa".
Se questa violenza si esercita sulle donne è drammatico, se poi le donne l'applicano ai propri figli (e l'ultimo caso non è certo l'unico", vuol dire che abbiamo iniziato il girone delle rivalse: il capo mi licenzia, torno a casa e picchio mia moglie, lei molla cazzotti ai figli i quali vanno e danno fuoco al formicaio ... E' tutto un prendersela con il più debole.