Credere o non credere nell’efficacia terapeutica delle piante medicinali è contrapposizione anacronistica, lontani i tempi delle empiriche sperimentazioni cliniche che sostituivano quelle farmacologiche. Oggi si conoscono i principi attivi che procurano azione curativa, noti anche i meccanismi d’azione. Così la chimica farmaceutica ha sintetizzato molecole presenti in natura per realizzare farmaci anche molto attivi, viceversa le piante liberate dall’aurea di magia vengono sempre più utilizzate come complemento alle terapie farmacologiche.
Qualcuno ci è rimasto male. L’arte di curare banale faccenda di terpeni e polifenoli, tutto qui? Così tirati da una misteriosa nostalgia sono ritornati ai tempi passati quando alcaloidi, eterosidi e mucillaggini erano entità chiamate “energie”. Delusi da iridoidi e saponine preferiscono l’occulto. Da qui dottrine che, indifferenti alla biochimica e all’energia espressa in wattora, raccontano di energie “alte”, talvolta “profonde”, di rimedi veicolanti forze misteriose che esplicherebbero azione curativa.
Il pensiero erboristico nostalgico si esprime in due filoni agguerriti, spesso convergenti. Quello degli “Immacolati” che identificano l’origine della malattia, d’ogni malattia, nell’entità “Tossina”. Il novello diavolo non sono i noti cataboliti ma entità metafisica che, da fuori, ci intossicherebbe ontologicamente le viscere per il semplice fatto che esistiamo. Peccato originale da pulire con tisane coleretiche e digiuni ad oltranza.
L’altro è quello dei devoti ai rimedi “vibrazionali”, “soprasensibili”, olistici (si scrive olistico si legge occulto). Piuttosto clericali se contestati ti tengono il broncio.
Nella “Psicopatologia della vita quotidiana” Freud spiega che tutti i nostri comportamenti hanno un significato e definisce il superstizioso colui che proietta all'esterno una motivazione che andrebbe cercata nel suo intimo, “… il superstizioso non sa nulla della motivazione delle proprie azioni casuali, e perché il fatto di questa motivazione pretende un posto nel suo riconoscimento, egli è obbligato a sistemarla mediante spostamento verso il mondo esterno, a stabilire una siffatta connessione, difficilmente essa si limiterà all'applicazione singola. Credo infatti che gran parte della concezione mitologica del mondo, che si estende diffondendosi sino alle religioni più moderne, non sia altro che psicologia proiettata sul mondo esterno.”
La tossina c’è ma è endogena. Se rimanesse al suo posto e lì nell’intimo venisse affrontata invece che sparata fuori avremmo più pensatori e artisti e meno guaritori, omeopati e fiori di Bach. Un vantaggio per tutti.