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Mercoledì, 14 Dicembre 2011 17:32

Il Dio delle donne?

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La lotta per l’emancipazione dall’oppressione di genere del femminismo italiano è storia complessa; ad ondate cicliche si sono sviluppati “femminismi” liberali, socialisti, anarchici, radicali, lesbici.
In questa galassia eterogenea singolare il pensiero di Luisa Muraro, figura centrale del femminismo italiano, che ad esempio di emancipazione e realizzazione femminile propone donne della tradizione mistica cristiana.

Proprio nella Chiesa cattolica luogo dove, secondo altri femminismi, imperverserebbe un universo simbolico e liturgico misogino la Muraro indica, al contrario, figure femminili uniche e singolari di monache e sante che avrebbero testimoniato e realizzato gli obiettivi che il femminismo stesso si prefigge. Dall' incontro con la figura della mistica Margherita Porete annuncia così il «Dio delle donne» sfida teologica e filosofica, dove la donna si realizzerebbe dribblando il confronto con il maschile (dentro e fuori di lei) per fondersi nell’allegoria dell’Assoluto, nel rapporto con un “Altro” che non è l'uomo. La singolarità femminile verrebbe salvata nel perdersi in un Oltre indicibile che regalerebbe godimento nuovo e assoluto, esperienza di un sapere inaspettato.
Chi è questo “Dio” che permetterebbe alle donne di “esserci” senza più, finalmente, ripetere servilmente il discorso del Padrone, del Capo, del Padre? La Muraro lo evoca ma non lo svela, lascia spazi aperti, vuoti indicibili, invita all’occulto.

Le perplessità appaiono evidenti per due ragioni. La prima nella discrepanza del Dio fantasticato dalla Muraro e quello del Magistero ecclesiale: déi incompatibili che non possono coabitare; donne mistiche che pontificano a Papi e vescovi esistono solo nei salotti degli intellettuali, la storia della Chiesa è un’altra, così pure l’esperienza delle donne che vivono sul campo tentativi di emancipazione all’interno della Chiesa cattolica.   
La seconda è che la dimensione mistica è evidentemente  universale, non di genere e neppure di confessione.
Singolare che l’esperienza di femministe laiche amiche del pensiero siano poi approdate all’abbraccio di  teorie presupposte, di idee confuse, invitando alla sospensione della vita e della soggettività nell’oblio mistico, nell’annullamento del soggetto nella fusione, rapite da un dio che non c’è.

Ultima modifica il Martedì, 20 Dicembre 2011 16:33

1 commento

  • Link al commento mino.37 Giovedì, 02 Febbraio 2012 08:45 inviato da mino.37

    Dio è l'"uomo perfetto", da tutto l'amore che una donna può desiderare, senza chiedere di più di quel che è disposta a dargli, perché dio è l'uomo che non c'è.

    Rapporto

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