La TV non la puoi più vedere; lo spettacolo stomaca. Grossolanità, faziosità sistematica, insulti all’intelligenza. Cambi canale e ti entrano in casa altri stronzi che triviali sentenziano su tutto e alla maggioranza degli italiani va bene così, proprio bene così. Abbiamo i governanti e i media che ci meritiamo espressione e riflesso del popolo sovrano. E gli altri? Quelli che non gli va bene? Quelli che, per sapere cosa succede, devono ascoltare la ministra di turno che pontifica al popolo con metafore calcistiche e nel vederla sono colti da malore intimo e assoluto? Che devono fare questi qui?Impegnarsi per cambiare le cose o tirare i remi in barca nell’attesa che il sistema imploda? l'impossibilità di realizzare un progetto collettivo gratificante può generare nostalgia ed anche angoscia, per venirne fuori puoi lottare ma e se il compito è troppo arduo puoi anche aspettare e pure fuggire. Non è poi male attendere spazzando la polvere davanti alla porta della propria casa, curando senza sensi di colpa il giardino, immaginando un destino, inventando strategie per soddisfare i propri desideri e bisogni. Fuga proattiva umile e salutare dal gruppo dominante e dalle sue verità assolute, basse e statiche per perseguire obiettivi che cambiano continuamente e, per fortuna, mai raggiunti. Forse tutto questo non è isolamento ma partecipazione non è indietreggiare ma avanzare. Immagine: "Brucia, anima, brucia" di Paolo Polli per gentile concessione dell'autore