Sulla provinciale che porta al paese mi imbatto in una rarità, è una Fiat “125 Special” davvero ben tenuta, nonostante sia fuori produzione da alcuni decenni.Va a quaranta all’ora, ma non posso superarla per una serie di curve. Considero: “Sarà di un amatore, appassionato d’auto d’epoca”. Finalmente lo sorpasso e vedo, aggrappato all’enorme volante, un ottantenne; occhiali spessi modello anni ‘70, camicia bianca, panciotto e cappello neri.Non è un appassionato di cimeli ma il primo ed unico proprietario della “125” acquistata a cambiali nel 1971 e finita di pagare nel 1973. Guida rigido, un po’ in mezzo alla strada, mentre guarda il panorama. Dall’interno dall’abitacolo rimane indifferente alle auto che lo superano, per lui il traffico è rimasto agli anni ’70; mentre la vita andava avanti lui si è mummificato, pietrificato, “cosificato” nel suo cimelio. Il mondo intorno a lui mutava radicalmente, ma lui da dentro alla sua “125 Special” non se ne accorgeva. Nell’abitacolo sono ancora vivi, insieme a lui, Berlinguer e Almirante; se gira la manovella e tira giù il finestrino puoi sentirne l’odore. Una fotografia in bianco e nero ma in tre dimensioni e che si muove pure, stimola in chi la osserva da fuori un certo “effetto zoo”, ma lui non lo sa, lui ignora il punto di vista esterno, lui è lì fermo dentro il suo perimetro spazio-temporale, lui non conosce cambiamento nel suo circoscritto e immodificabile continuo infinito presente.