Il tassista che con le sue sgommate riesce a recuperare il ritardo e a non farci perdere l’aereo perché ci siamo addormentati e l’idraulico che ci spurga l’ingorgo fognario nottetempo, salvando l’inquilino del piano di sotto dai liquami che percolano dal soffitto, sono dei professionisti perché capaci ed esperti nella loro specifica materia, non c’è dubbio. Anche senza mani si può essere professionisti perché competenti in matematica, geografia o ingegneria; figure che, chi di mano, chi di testa, ci permettono di vivere meglio.E il teologo, lo psicoterapeuta e il filosofo sono dei professionisti? E gli artisti? Riteniamo di si; non solo perché esistono le corrispondenti scuole e discipline, ma perché figure professionali che operano in territori complessi, dove sono necessarie competenze specifiche; ma quando queste figure “professionali” mettono il naso nella dimensioni del vivere e del morire, nel significato stesso dell’essere uomini in questo universo, fino a che punto c’è ancora spazio per una scientificità specialistica e professionale?Possiamo osservare che gli uomini di pensiero competenti che si addentrano in queste faccende limite, ad un certo punto, perlomeno i più svegli, cominciano ad avvertire le personali competenze e qualifiche, seppur prestigiose, incongrue al percorso intrapreso, così prendono un po’ di distanza dalla personale professionalità per servirsene come mero strumento, come bussola. Il timone lo prende in mano l’uomo, la sua coscienza, la sua consapevolezza, la sua esperienza per spingersi oltre, là dove la parola arranca e il pensiero vacilla.Altri loro colleghi invece, perlomeno i mediocri, nel visitare le tematiche ultime dell’essere e del vivere, preferiscono percepirsi professionisti a oltranza, gli piace così tanto ritenersi “addetti ai lavori” in cose tanto importanti, da guardare pregiudizialmente, dall’alto in basso, quelli che considerano incompetenti in materia. In questa linea di separazione, da loro posta e difesa, oltre a inquinare direttamente il campo del loro spazio di lavoro che è la vita stessa, autorinunciano alla qualifica che gli spetterebbe per il compito che perseguono, quella di “uomini che cercano”. Preferiscono essere teologi: l’entomologo studia gli scarafaggi e loro Dio. A qualcuno gli scappa di peggio; ad un convegno un monsignore rubicondo aveva una targa davanti al suo immenso ventre con scritto sopra: mariologo. Scena comica, un po’ patetica, ma lui tirava dritto coi sui discorsi, convinto dell’utilità universale della sua specializzazione. Come dargli torto? Lui la sapeva lunga: era un esperto della Madonna. Senza pensiero che sia vita ed esperienza rimangono solo competenze mai originali, anche se in apparenza argute, perché elaborate attraverso la manipolazione di nozioni apprese, come quando mescolando colori differenti creiamo migliaia di altri colori, che possono essere riportati ai sette colori principali esistenti: sempre quelli, nient’altro che quelli.Poi queste rielaborazioni le chiamano idee originali (1), genio e anche intuizione, invece è erudizione e l’erudizione è memoria, assemblaggio di fotocopie indubbiamente utile, ma non indispensabile. La cultura è altra cosa: pensiero che è vita in presa diretta. E’ facile riconoscerla, quando si addentra in territori limite parla poco e sottovoce, poi fa silenzio; è comprensibile quasi a tutti, non annoia; parla sottovoce ma ti entra nel corpo, di solito nella pancia e fa ricircolare il sangue nelle vene.Tuttavia se questo non interessa e si preferisce optare per l’erudizione specialistica chi non crede in Dio, ma vuol essere un erudito sulle cose ultime, si può consolare con la professione di ontologo (2). L’ontologo può tenere agilmente testa al mariologo e talvolta, ma solo in particolari contesti, anche all’idraulico. (1) indicazioni provocatorie di Uppaluri Gopala Krishnamurti, filosofo e conferenziere indiano riguardo il copyright del suo pensiero:“Ognuno è libero di diffondere, interpretare, deformare ciò che dico e anche attribuirsene la paternità senza il mio consenso”.(2) Ontologo è il filosofo specializzato nello studio della struttura dell’essere.