BLOG DI BRUNO VERGANI

Radiografie appese a un filo, condivisione di un percorso artistico

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Sabato, 02 Novembre 2019 10:42

Misteriosa compagnia

Un tutt’uno mica può vedersi, ci vuole un altro. La circostanza che anche se soli possiamo riflettere, pensando il nostro pensare, è prova che siamo in misteriosa e costante compagnia[1].

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1 Roberto Calasso nel saggio «L'ardore» illustra la dinamica: "Dal Ṛgveda alla Bhagavad Gītā si elabora un pensiero che non riconosce mai un soggetto singolo, ma presuppone al contrario un soggetto duale. Così è perché duale è la costituzione della mente: fatta di uno sguardo che percepisce (mangia) il mondo e di uno sguardo che contempla lo sguardo rivolto al mondo. La prima enunciazione di questo pensiero si ha con i due uccelli dell'inno 1, 164 del Ṛgveda: «Due uccelli, una coppia di amici, sono aggrappati allo stesso albero. Uno di loro mangia la dolce bacca del pippala; l'altro, senza mangiare, guarda». Non c'è rivelazione che vada oltre questa, nella sua elementarità. E il Ṛgveda la presenta con la limpidezza del suo linguaggio enigmatico. La costituzione duale della mente implica che in ciascuno di noi abitino e vivano perennemente i due uccelli: il Sé, ātman, e l'Io, aham."

Pubblicato in Pensieri Improvvisi
Giovedì, 31 Ottobre 2019 11:28

Assegnamento fiduciario

Diffidava dei monoteismi ma percepiva inutilmente faticosa e annoiante la credenza che tutto dipendesse da lui, nello spazio concessogli dall’insensato accadere delle condizioni.

Preferiva scorgere nell’accadere delle circostanze quote di un ordine benevolo con le quali allearsi.

Pubblicato in Pensieri Improvvisi
Lunedì, 28 Ottobre 2019 20:51

Copia originale

Di fronte ad un'opera del naturalismo pittorico che impeccabile riproduce uno scorcio di natura, considerando l’immagine reale da dove è stato attinto si potrebbe cinicamente considerare: «Era meglio l’originale».

Un platonico bello spinto, considerando il mondo perfetto delle idee da dove quello scorcio reale di natura deriva, potrebbe ancora affermare: «Però sarebbe meglio l’originale», giudicando quello scorcio di realtà del nostro mondo un immanente imperfetto albergante nella sua perfezione in un trascendente iperuranio. Stando così le cose giudicherebbe il dipinto espressione ancora più misera, perché copia della copia.

Non possiamo escludere che incaponendoci nel cercare il regno della realtà pura e assoluta indicando un più in là ad oltranza diventiamo, nostro malgrado, un po’ nichilisti. Plausibile che l’iperuranio abiti semplicemente nella testa di Homo sapiens e da nessuna altra parte e che l’artista compia elaborazione lodevole connettendo il quaggiù che vede col lassù che ha in testa.

Pubblicato in Filosofia di strada
Giovedì, 24 Ottobre 2019 16:49

Iperuranio

Se ci si trova in una stanza senza averlo chiesto, o dimentichi di averlo voluto, è ragionevole chiedersi dove si è e perché ci si trova lì, nascere in questo mondo un po’ assomiglia al trovarsi in quella stanza. I primi filosofi avevano individuato negli elementi naturali, dell’acqua, aria, fuoco…, le cause prime che generavano il mondo, elementi in seguito soppiantati da teoresi che individuano l’origine dell’esistente nei numeri e nell’essere.

Poi Platone e tutto cambiò: la causa del mondo non andava cercata nel mondo perché non era di questo mondo. Regnava indicibilmente oltre la materia e sopra il sensibile in un altro mondo costituito da idee eterne e perfette, che attraverso complicate dinamiche scaturite da un impersonale ingenerato sommo Uno, costituito da assoluto e perfetto Bene, attraverso dualità e ordinamenti attuati da un demiurgo faceva il nostro mondo.

Con Platone entra nella storia del pensiero umano il concetto di Aldilà, che pur intimamente connesso con l’al di qua, in quanto lo genera, è dimensione altra e oltre. Sono passati più di duemila anni ma su questo il pensiero e la vita degli uomini ancora ruota, probabilmente anche per l’effetto anabolizzante del cristianesimo istituzionale, che dalla metafisica platonica ha attinto a piene mani rinvigorendola. Si può contestarla, si può abbracciarla, oppure mantenere un flirt complicato come faccio io (né con te né senza di te), ma è indubbio che con l’irrompere di quella metafisica il mondo non è stato più quello di prima. Il mondo degli uomini, quello della natura della metafisica di Platone sembra se ne impipi.

Pubblicato in Filosofia di strada
Martedì, 22 Ottobre 2019 15:01

Filosofia della siepe

Per valorizzare il giardino dei semplici e il contiguo uliveto sto progettando una siepe che li separi. Può sembrare strano ma talora il delimitare è prerequisito necessario per dar forma a ordini concettuali ed estetici senza i quali non si capirebbe e apprezzerebbe più nulla. Più ponte che muro.

Pubblicato in Erbario
Venerdì, 18 Ottobre 2019 15:06

Assurdo & Ragionevole S.P.A.

Abitanti dell’antica Grecia per sviluppare i commerci e migliorare la propria condizione migrarono, avanti Cristo, nell’Italia meridionale. Prima di partire non chiedevano, come si usa oggi, dritte ai compari già insediatisi a Taranto, Metaponto o Siracusa, ma interpellavano l'Oracolo del Santuario di Apollo a Delfi. Se quello sentenziava Taranto per Taranto partivano, così, a scatola chiusa. Scelta bizzarra, davvero insensata se vista con occhio moderno, eppure quell’assurdità ha dato vita a colonie gloriose che hanno contribuito in modo determinante alla fondazione dell’Occidente.

Sempre in quel periodo e da quelle parti erano, in origine, i sacerdoti di Asclepio che curavano le malattie, ma con Ippocrate nacque la medicina scientifica e l’eziologia invalidò gli Dei. Gran bella cosa per tutti, a parte la tristezza degli attuali novantenni utenti di Villa Rosa o Bianca col colesterolo a posto e la glicemia perfetta grazie ai ventidue farmaci ingurgitati al giorno, ma soli perché sprovvisti di Dei da raccontare, e se provvisti sprovvisti di ascoltatori interessati.

Forse urge una qualche forma di alleanza tra scienza e narrazione. (Per certi versi dire narrazione è dire metafisica).

Pubblicato in Sacro&Profano
Mercoledì, 16 Ottobre 2019 09:58

Necessario irrazionalismo

Hegel: «Ciò che è razionale è reale, ciò che è reale è razionale»; Giuseppe Rensi afferma l’opposto constatando l’«Irrazionalità del reale [e dunque] l’irrealtà del razionale». Probabile che abbiano ragione entrambi pur esagerando nell’assolutizzare e universalizzare le proprie concezioni.

Visto che nel mondo agiscono anche quote di irrazionalità, un approccio perfettamente razionale (peraltro è tutto da chiarire cosa precisamente significhi "razionale") funzionerà in ambiti e momenti circoscritti, per tutto il resto non ci resta che fluttuare a vista.

Pubblicato in Filosofia di strada
Martedì, 15 Ottobre 2019 09:45

Etica del contesto

Chi decide ciò che si deve o non si deve fare?

Sprovvisti di un ordine metafisico, di principi universali e leggi naturali, lo decide l’arbitraria ragione del più capace a persuadere gli altri.

Pubblicato in Filosofia di strada
Domenica, 13 Ottobre 2019 17:20

Brav’uomo

S’impegnava ad essere ragionevole nell’analizzare i fatti, le circostanze e le situazioni che incontrava nel suo esistere. Essere ragionevole significava giudicare l’ambiente attraverso le leggi condivise in quella piccola parte di mondo, conformandosi agli usi e ai costumi del suo tempo.

Per essere brave persone è d’obbligo un bel po’ di miopia.

Pubblicato in Pensieri Improvvisi
Domenica, 13 Ottobre 2019 16:46

Talea

Ficchi un rametto per terra e se le condizioni sono giuste la pianta radicherà autoperpetuando se stessa, invece se nascerà da seme fecondato sarà una nuova pianta, a volte un po’ diversa dalla pianta madre (ibridazione).

E’ la relazione -non necessariamente sessuale- che genera un inedito altro, il resto è riproduzione.

Pubblicato in Erbario

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