BLOG DI BRUNO VERGANI

Radiografie appese a un filo, condivisione di un percorso artistico

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Mercoledì, 13 Marzo 2019 11:00

Il passante

Osservo il primo che passa, forze oscure gli abitano dentro nel suo complicato esistere in questo mondo. Nell’indifferenza di molti e ostilità di qualcuno il suo corpo decade rapido per morire, e lui lo sa.

Eppure tira dritto retto da forze contrapposte altrettanto potenti, tutte da indagare.

Pubblicato in Brevi Racconti
Lunedì, 11 Marzo 2019 12:17

Sublime lampascione

“Poi Dio disse: «Ecco, io vi do ogni erba […] che è su tutta la terra»” ed è andata a finire che manco siamo riusciti a contarle tutte, innumerevoli non le abbiamo ancora trovate e di quelle individuate fatichiamo a trovargli un nome. Neppure per il diffusissimo lampascione ci siamo riusciti: la gente lo chiama lampascione o anche lampagione, magari giacinto dal pennacchio oppure cipollaccio col fiocco, talvolta cipollaccia turchina però anche canina. I botanici non hanno fatto di meglio classificandolo come Leopoldia comosa, ma anche Hyacinthus comosum e talvolta Muscari comosum, così come capita.

E mentre tentiamo di individuare e contare le erbe sulla terra, così da denominarle per usufruire del divino dono, queste cambiano, si adattano, s’ibridano all'impazzata, si evolvono. Qualcuna sembra estinguersi mentre indomabile ci supera sublime. Non è escluso che Iddio ce l’abbia donate per liberarsene: imbarazzante per l’Onnipotente gestire forze così incontrollabili.

Forse tutto il pensiero umano, spirituale, filosofico, scientifico, è un po’ come coltivare quattro gerani in vaso sul balcone illudendoci di dominare tutte le erbe del Mondo e va bene così: dobbiamo pure tenerci insieme, dobbiamo pure proteggerci da espansioni dirompenti.

Pubblicato in Erbario
Domenica, 10 Marzo 2019 10:43

La ridarella, ad esempio.

Più l’imperativo che la proibisce si manifesta perentorio e più diventa irrefrenabile mentre tu arranchi per contenere le due forze. E' suppergiù questa la dinamica della ridarella.

C’è qualcosa di meglio per esemplificare e comprovare il Super io che proibisce, l'Es che erutta e l'Io che prova a controllarli? Peccato sia roba da ragazzi.

Pubblicato in Pensieri Improvvisi
Sabato, 09 Marzo 2019 19:25

Metafisica connaturata

Cose come Dio (L’Essere, per chi preferisce), l’anima e il senso del cosmo, anche se indagate da sempre permangono irrisolte. Incommensurabili perché ci trascendono o per il banalissimo motivo che semplicemente non esistono?

In fin dei conti cambia poco: che le parti più misteriose e durature siano quelle che non esistono è una buona trovata ingegneristica per i progettisti di macchinari: dato che non ci sono, permangono infrangibili; per rispondere alla problematica forse meglio la metafora dei buchi nel formaggio che fuori da lì non esistono più, dove noi siamo il formaggio e i buchi la metafisica a noi connaturata che produciamo.

Naturalmente metafisici (e perché mai lo siamo?[1]) prospettiamo enti forse irreali ma, in quanto pensati, esistenti ed efficaci[2].

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1 Heidegger giudica “la prima di tutte le domande” quella che segue: “Perché vi è in generale l’essente e non il nulla?” La seconda, non meno vasta, dovrebbe forse essere: “E perché mai te lo sei chiesto?”

2 Le cose possono essere irreali eppure esistere, quelli che vanno al cinema o leggono romanzi lo sanno.

Pubblicato in Filosofia di strada
Domenica, 03 Marzo 2019 10:30

Redenzione

Grigia o dorata che sia la condizione esistenziale è comunque restrizione se non fosse per l’inesauribile capacità di pensare e per la presenza della natura intorno a noi.

E se pensiero e natura fossero un tutt’uno? Oltreché emancipati anche redenti.

Pubblicato in Pensieri Improvvisi
Venerdì, 01 Marzo 2019 17:51

Tiro mancino

Siccome opera anche anche il caso e la natura se ne infischia di doveri e diritti, va messa in conto la possibilità d’essere vittime di ingiustizie per colpa di nessuno. 

In tanta impotenza possiamo comunque prepararci a incassare bene il diretto.

Pubblicato in Pensieri Improvvisi
Giovedì, 28 Febbraio 2019 19:11

Viventi strutture articolate assai

Se ingurgiti un bel po’ di bacche di sambuco fresche le vomiterai di brutto, manco mezz’ora e il conato sopraggiungerà potente e ammirerai il liquame violaceo fuoriuscire a getto come in un film di Tarantino.

Il fatto d’averle mangiate indica che ne ignoravi la sostanza, ma l’evento d’averle vomitate, così da non intossicarti sangue e viscere, dice che la conoscevi con precisione.

Siamo e sappiamo un bel po’ di più di quel che presumiamo.

Pubblicato in Erbario
Giovedì, 28 Febbraio 2019 18:12

Mestieri (quasi) impossibili

Il consulente filosofico, se doc, non esercita i mestieri impossibili del governare, educare, curare (Freud), eppure rischia l’impraticabilità del suo operare per meri fattori di domanda e offerta:

chi necessita di quel percorso è sfornito dei prerequisiti[1] per comprenderlo e iniziarlo; chi ne è fornito lo sta già percorrendo.

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1 Consapevole esigenza di volere un ragionevole orientamento esistenziale e ordinamento intellettuale sulle grandi domande della vita. Più che un prerequisito già un traguardo e non da poco, al secolo raro.

Pubblicato in Filosofia di strada
Lunedì, 25 Febbraio 2019 14:17

Strategie esistenziali

In alcune concezioni cristiane l’Offerta non è un qualcosa che io do a Dio visto che tutto è già suo, ma il riconoscere che ciò che mi accade intorno, così come accade, è la volontà di Dio e dunque il mio bene.

Nietzsche in una sua lettera trasvaluta la dinamica così: «Le cose non eserciteranno alcuna signoria su colui che deve imprimere la propria volontà sulle cose; alla fine gli eventi fortuiti si conformano ai nostri bisogni più veri».

Versione passiva e attiva dello stesso racconto, non tra i più deliziosi però tra i più consolatori.

Pubblicato in Sacro&Profano
Domenica, 24 Febbraio 2019 12:55

Olfattometria

Leggo in una lettera di Nietzsche:

«Forse l’estrema purezza dell’atmosfera in cui proprio quel compito [la sua missione] mi ha posto fa sì che a poco a poco io non riesca più a sopportare l'odore “delle persone”».

Nietzsche è Nietzsche, tu sei tu, io sono io e il coraggio uno non se lo può dare e a me una roba tanto estrema non è mai venuta in mente. Di tanto in tanto solo cosine somiglianti alzandomi storto qualche mattina, ma come quando s'individua il punto della perdita di gas mi ero accorto che il fetore non proveniva da quelli che mi stavano intorno, ma dal concetto di estrema purezza che mi albergava in testa.

 

 

Pubblicato in Filosofia di strada

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