Venuti al mondo la nostra primissima esperienza, che ha preceduto e permesso tutte le altre, è stata verosimilmente la percezione consapevole di essere; non d’essere questo o quello ma la nuda, diretta, immediata, percezione di esistere. In seguito intanto che ogni età procedeva e dentro e fuori di noi si succedevano continui cambiamenti, quella percezione d’essere permaneva immutata come se fosse fuori dal tempo.
L’appercezione (la percezione cosciente di percepire) è spesso la radice della differenziazione e contrapposizione fra il mondo degli uomini e quello della natura[1], forse accade perché la vediamo come una nostra conquista supponendo così di averne l’esclusiva, senza renderci conto che è invece un dato naturale, può darsi universale[2], che è emerso spontaneo come il cuore che batte e l’occhio che vede.
___________________________________________
1 L’estrema dottrina di George Berkeley (1685 -1753), arriva fino al punto di considerare la materia inesistente se sprovvista di un soggetto che ne fa esperienza.
2 Le pietre non lo so, ma non possiamo escludere che calendule e girini a modo loro appercepiscano, senza per questo sentirsi di protendere dal funzionamento naturale.