Forse l’io è nel contempo tanto evidente quanto insussistente perché emerge da interconnessioni con altre entità, un po’ come quando linee che si intersecano creano un punto perfettamente percettibile, pur non avendo dimensione e sussistenza in sé. Forse tutte le cose che sono lo sono interconnettendosi.
2 commenti
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Domenica, 05 Marzo 2023 20:52
inviato da germano
proprio come la trascendenza con l'immanenza. Nessuna delle due ha senso senza l'altra. Come nessuna cosa ha senso in sè, ma solo in confronto al non sè.
L'Essere ha senso senza gli esseri che ne impongono l'esistenza?
L'ontologia, che pretende di dire cosa è una cosa in sè, non rischia di essere una scatola vuota ?
La pretesa che una cosa abbia senso in sè, non è appunto solo una pretesa?
Come interrelare enti che sono autosufficienti in sè?
Non si condannano alla sterilità sul piano euristico?
Che contributo danno alla conoscenza di un universo in cui tutto è interconnesso?
Aveva ragione Leibnitz con le sue vacue monadi?
Quanto vorrei che un filosofo rispondesse a questi dubbi. -
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Lunedì, 06 Marzo 2023 11:18
inviato da Delia
Infatti l’Io di definisce in consolida nell’interazione con l’esterno. Appena nato l’individuo non si percepisce (sembra) perché percepisce la madre di cui “ancora” è parte benché parte staccata.