BLOG DI BRUNO VERGANI

Radiografie appese a un filo, condivisione di un percorso artistico

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Sabato, 30 Luglio 2022 14:47

D-io

Scritto da 

Non poche concezioni giudicano l’io nient’altro che un costrutto privo di un nucleo reale, una mera nozione, un’estemporanea convenzione condivisa. Niente di più che un pronome personale che ci consente di funzionare in questo nostro mondo, interagendo con le nozioni te e loro.

L’io quello che poggiando su se stesso sa di essere proprio lui, che distinguendosi dal tutto afferma di essere qualcuno invece che nessuno, che autoconsapevole della sua individualità sa di non essere un altro; entità sovrana unica e irripetibile, indivisibile, forse eterna, caratterizzata da ecceità e quiddità termini che affermano la sua ultima e insostituibile singolare specificità, ebbene tutto questo sarebbe nient’altro che un agglomerato di DNA, circostanze, ambiente, costruzioni culturali apprese e introiettate, archetipi ereditati. Un affastellarsi di materiali disponibili intorno a un nucleo impersonale, che produce l’illusione di una individualità autonoma, ma di fatto nient’altro che un oggetto tra oggetti come sostengono certi riduzionismi sono, evidentemente, visioni da problematizzare. Bisognerebbe chiarire come può un costrutto percepire, una nozione sapere, una convenzione essere cosciente di se stessa; in ottica biologica ci sarebbe da spiegare in che modo il cervello produce coscienza e pensiero consapevole.

Anche alcune spiritualità orientali giudicano l’io personale nient’altro che una nozione, una illusione con la quale erroneamente ci identifichiamo, ma a differenza dei riduzionismi scientifici queste tradizioni sapienziali vedono tutta la realtà onnipervasa da una sorta di coscienza universale, da qui l’origine del pensiero e della coscienza individuale che ne sarebbe un riflesso. È dunque vero che filoni della fisica teorica e della spiritualità orientale affermano, fino a un certo punto concordi, l’inconsistenza di un nucleo individuale che ci costituisce, e a maggior ragione l’inesistenza di un’anima personale, ma con la differenza che un certo scientismo si limita ad affermare che non c’è anima glissando sull’origine della coscienza personale, mentre le spiritualità orientali affermano, all’opposto, che tutto è invece anima e permeato di coscienza.

Resta da chiarire la natura di questa coscienza cosmica onnipervadente e il suo rapporto col nostro io, reale o irreale che sia. Ci sarebbe da chiarire se questo pan-psichismo che le spiritualità orientali affermano, ossia se questa coscienza cosmica (in termini nostrani Dio) che tutto precede e pervade, sia pre-personale come la coscienza dei neonati, oppure impersonale come quella della pietra (ma una entità può percepire senza essere qualcuno?), o invece trans-personale, e se è così chi è mai questo qualcuno che si auto-trascende per diventare nessuno? E perché lo fa?

La teosofia divideva l’io in inferiore e superiore, l’inferiore non sarebbe un granché però è qualcuno, l’io superiore è di maggior valore ma non è chiaro se, pur non essendo nessuno, sia qualcuno. Proprio come il sé, che risulta ambiguo se scritto con la esse minuscola e davvero nebuloso quando scritto con la maiuscola, ma forse il Sé è semplicemente una metafora, un invito a staccarci da noi stessi così da vedere, almeno un po’, con l’occhio di Dio.

3 commenti

  • Link al commento Armando Caccamo Domenica, 31 Luglio 2022 14:07 inviato da Armando Caccamo

    Caro Bruno, è immensamente interessante questo tuo brano. La Storia del Pensiero umano oscilla fra le due concezioni da te così chiaramente esposte. La terza visione, quella giudaico/cristiano/islamica, dell’ eternità dell’individualità viene accennata ma resta la più desiderabile anche se la più improbabile. Non ci resta però, a mio parere, che cullarci in quest’ultima, ci consola e ci fa sentire più sicuri. A meno che non lasciamo tutto nel mistero e viviamo il qui e ora….. come unica causa e unico effetto dell’esistere. Armando

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  • Link al commento germano Domenica, 31 Luglio 2022 16:53 inviato da germano

    Testo duro da digerire, forse perché mi riesce impossibile accettare che l'io sia insussistente.
    Ottima la qualifica di scientismo a certa scienza che nega l'esistenza dell'anima, cosa che non può fare perché si tratta di un oggetto non indagabile empiricamente e su cui la scienza deve solo tacere. "Su ciò di cui non si può parlare, occorre tacere".

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  • Link al commento Pietro Spalla Lunedì, 01 Agosto 2022 08:06 inviato da Pietro Spalla

    Profondità e complessità in una mirabile sintesi: da rileggere e conservare

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