Le piante si adattano un po’ a tutto, pensiamo ad esempio ai binari dei treni che senza un diserbo costante sarebbero inutilizzabili in tempi brevi, consideriamo Chernobyl oggi rigoglioso di foreste. Alcuni cisti della Macchia Mediterranea sono così resilienti agli incendi da averci preso gusto al punto che, per favorire la germinazione dei semi, occorre infornarli per un paio di minuti alla temperatura di 120° C. Trattamento che incenerirebbe gli spermatozoi di Homo sapiens e di tutti mammiferi procurandone l’estinzione, mentre i semi di Cisto si sono adattati a quelle temperature al punto da richiederle.
I danni che facciamo alle piante, dalle quali dipendiamo in presa diretta, sono innanzitutto un disastro per noi mica per le piante che, impipandosene di noi, in qualche modo se la cavano. L’emergenza ecologica non è motivata da una serafica devozione naturalistica ma da una praticissima convenienza antropocentrica. Strano regno è l'antropocentrico forse l'unico per che per perdurare deve abdicare. Strana legge che vale anche a livello personale: “Se il chicco di grano, caduto in terra, non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto.”