Possiamo partorire idee poggiando sul puro e autonomo pensare, oppure ogni pensiero è elaborazione, assemblaggio e ordinamento, più o meno valoroso, di materia prima proveniente dalle percezioni sensoriali e dall’imbeccata di qualcuno?
Escludendo dal nostro pensare tutto ciò che i sensi percepiscono e ogni idea appresa e ereditata, che rimane? Può darsi che di auto sussistente resti solo il pensiero: “Sono”, che i bambini hanno la prima volta nel suo spontaneo sorgere. Anche un primo uomo primitivo ci andò forse vicino a questa qualità auto sussistente e inedita, quando all’improvviso pensò di piantare un palo in mezzo alla radura che non servisse a nulla. Segno di un oltre sacro che non aveva mai toccato, visto, sentito, che non aveva mai odorato o gustato e che da nessun suo simile era stato notiziato, eppure aveva onorato.