Nell’attesa di crepare avevo costruito uno stagno, né piccolo, né grande, ci avevo messo quattro pesci rossi e aspettavo che dal cielo arrivassero le rane, e le rane sono arrivate davvero. Ieri mattina ero sceso allo stagno per farci tre giri intorno, un bel posto per ruminare i misteri dell’universo, e in mezzo allo stagno vedo ergersi un airone cenerino. Resto paralizzato, folgorato dall’evento (rarissimo), dall’epifanica sovrabbondanza di grazia, mi sarebbero bastate le rane e invece è arrivato un airone, non so perché.
L’evento epifanico succede poche volte in una esistenza, è una esperienza strana perché l'imprevista accecante visione esterna corrisponde all’istante ad una, ancora più potente, esperienza intima di terrifica bellezza, perfetta e assoluta. Roba forte, forse un po’ pericolosa.
L’airone nel vedermi a distanza ravvicinata aveva spiccato il volo molto lentamente, però questa mattina è ritornato. Quatto, quatto, ho provato a fotografarlo e quello si è offeso e si è alzato in volo ad alta quota. E dire che lo sapevo che ai Serafini non piace essere fotografati. Ma forse domani torna, così, senza ragione.