Per certi versi le religioni del Libro sono come delle parabole, parecchio arzigogolate e piuttosto voluminose. Racconti che illustrano attraverso comparazioni e similitudini attinte da situazioni familiari e quotidiane contenuti che le trascendono, così da spiegare il mondo.
Tattica narrativa che oltre ad una diretta contiguità con la dimensione mitologica è un po’ affine al funzionamento dei sogni, nei quali Freud vedeva un contenuto latente -che è il vero significato del sogno- giungere alla nostra coscienza veicolato dal contenuto manifesto delle immagini che sogniamo, vettore effimero quanto necessario.
Va da sé che nelle religioni rivelate più ci si fisserà oltremodo sul vettore prendendolo alla lettera e più si sprofonderà nel ridicolo, ma lo stesso se lo si ridicolizzerà perché effimero ma necessario.